La proposta è arrivata sul tavolo del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. La firma in calce è quella di Enrico Zanetti, sottosegretario dello stesso ministero che l'ha...
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Oggi ci sarà un vertice con Padoan a via XX settembre per fare il punto sull'iter della manovra. Palazzo Chigi e ministero dell'Economia cercano di stringere i tempi in vista del 1° ottobre, data in cui sarà reso noto l'aggiornamento del documento di economia e finanza (Def) e soprattutto del 15, che è la scadenza per la legge di Stabilità. Quest'anno i ritmi di lavoro sono resi ancora più serrati dalla necessità di correggere in corsa i dati, dopo la revisione operata dall'Istat in base allo standard Sec 2010; per di più è previsto il debutto dell'ufficio parlamentare di bilancio (Upb) che dovrà validare i numeri da inviare a Bruxelles. Come ha spiegato ieri il presidente del nuovo organismo, Giuseppe Pisauro, l'aggiornamento del Def conterrà quest'anno anche un quadro programmatico dettagliato, accanto al tendenziale: vi si potranno leggere gli effetti finanziari delle misure che il governo prenderà.
Tra queste potrebbe figurare anche un'operazione ambiziosa, che tuttavia presenta varie difficoltà: il dirottamento nella busta paga dei lavoratori (perché lo riversino in consumi) del 50% del Tfr maturando, mentre l'altra metà resterebbe alle aziende. I nodi sono appunto la necessità di compensazione per le aziende, che si vedrebbero privare di liquidità, ed il trattamento fiscale del flusso delle liquidazioni. Un problema si aprirebbe anche per lo Stato che attualmente riceve in un fondo presso l'Inps i versamenti dei lavoratori che - nelle aziende sopra i 50 addetti - hanno scelto di non spostare la liquidazione nel proprio fondo di previdenza integrativa. Lasciare il Tfr nelle tasche dei lavoratori non sarebbe gratis per le casse dello Stato, ma potrebbe costare fino a 10 miliardi.
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Il Gazzettino