LA MANIFESTAZIONEVENEZIA Dopo il silenzio e gli occhi bendati sui ponti di Venezia, o dopo i balli e i canti nelle calli del Carnevale, ieri mattina il collettivo Extinction...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
VENEZIA Dopo il silenzio e gli occhi bendati sui ponti di Venezia, o dopo i balli e i canti nelle calli del Carnevale, ieri mattina il collettivo Extinction Rebellion Venezia ha colpito ancora. Il luogo scelto, il ponte dell'Accademia.
Lì, alle 8, nel silenzio generale di una città che si stava risvegliando dal sabato di Carnevale (e avrebbe scoperto poco dopo di essere stata chiamata a fare i conti con il coronavirus) gli attivisti del movimento per l'ambiente, si sono seduti sulla schiena del ponte che unisce le due rive del Canal Grande.
Si sono legati uno con l'altro con dei manicotti di gomma e hanno di fatto chiuso il ponte in legno più famoso della città. Il lock-in, così è stato chiamato il flash mob organizzato dal collettivo di ribelli, ha chiuso il ponte dell'Accademia per circa un'ora.
Chi voleva passare da una fondamenta all'altra era costretto a scavalcare i ragazzi che si erano seduti pacificamente e in silenzio per manifestare contro lo sfruttamento che l'uomo sta facendo dell'ambiente.
Per sgomberare la schiena del ponte dell'Accademia dai manifestanti, è stato necessario l'intervento degli agenti della polizia di Stato che hanno spostato di peso i protagonisti del flash mob e staccandoli uno dall'altro filando le braccia dai manicotti. Il tutto mentre i ragazzi - che si sono abbracciati a fine manifestazione - rimanevano impassibili a ogni richiesta della polizia.
La manifestazione di ieri è stata l'ultima della settimana di Carnevale appena trascorsa e conclusa con l'urgente chiusura per decreto dei festeggiamenti. Non c'è Carnevale in fondo al mare, il motto di questi giorni di flash mob. «Venezia è città di frontiera e sta subendo la distruzione dell'ecosistema lagunare. Con le nostre azioni non violente vogliamo dire la verità e ricordare che l'acqua sta salendo: agire ora è l'unica possibilità di salvezza che ha la città».
N. Mun.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino