Blitz di via Piave, prima sentenza per otto nigeriani

Blitz di via Piave, prima sentenza per otto nigeriani
LA SENTENZAMESTRE È arrivata con il patteggiamento la prima sentenza a carico dei componenti dell'associazione criminosa, in gran parte composta da cittadini nigeriani, che a...

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LA SENTENZA
MESTRE È arrivata con il patteggiamento la prima sentenza a carico dei componenti dell'associazione criminosa, in gran parte composta da cittadini nigeriani, che a lungo ha spadroneggiato nella zona attorno alla stazione ferroviaria di Mestre, dedicandosi allo spaccio di sostanze stupefacenti, principalmente eroina. Ieri mattina, di fronte al giudice per l'udienza preliminare Luca Marini, otto imputati hanno chiesto e ottenuto l'applicazione di pene comprese tra 4 mesi e tre anni e mezzo, per un totale di 14 anni di carcere.

I principali protagonisti dell'inchiesta sono invece sotto accusa nel processo con rito abbreviato iniziato la settimana scorsa nell'aula bunker di Mestre, di fronte al giudice Massimo Vicinanza, nel quale si sono costituiti parte civile i familiari di due giovani morti per overdose nel 2017 e nel 2018, dopo aver assunto eroina gialla acquistata dai pusher di via Piave. Dei numerosi decessi verificatesi dal 2016 in poi a causa dell'eroina gialla, la pm Paola Tonini è riuscita a ricostruirne quattro (oltre ad uno quinto episodio nel quale fortunatamente il consumatore di droga si è salvato, riportando lesioni) identificando chi ha venduto la dose incriminata, ora imputato di morte (o lesioni) come conseguenza di altro reato.
A seguito del blitz di via Piave sono finite sotto accusa complessivamente 57 persone, 27 delle quali imputate di associazione finalizzata allo spaccio e le rimanenti accusate di singoli episodi di cessione di droga, avvenute tra il mese di agosto del 2017 e la primavera del 2018.
La posizione di alcuni degli imputati stata stralciata per problemi di notifica o in quanto irreperibili: per gli altri la discussione del processo con rito abbreviato inizierà il prossimo 2 ottobre.

L'operazione che portò allo smantellamento dell'organizzazione criminale, dopo mesi e mesi di proteste dei residenti della zona, costretti a vivere sotto l'assedio degli spacciatori, risale al luglio dello scorso anno e fu eseguita dalla polizia, coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Venezia. Un blitz che potrò all'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa a carico di 41 persone, nonché alla chiusura di tre locali ritenuti pericolosi per la sicurezza pubblica. Contro gli imputati vi sono le prove raccolte in mesi di appostamenti, intercettazioni e immagini registrate grazie ad alcune telecamere appositamente installate, grazie alle quali sono stati immortalate decine di cessioni di stupefacente. Il capo d'imputazione è lungo 104 pagine e gli episodi ricostruiti sono oltre 430.
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Il Gazzettino