Bitonci: «Mi metterò davanti alle caserme per non farli entrare»

Bitonci: «Mi metterò davanti alle caserme per non farli entrare»
Ieri il Tg3 regionale nell'edizione delle 14 lancia un servizio sulla riunione alla Prefettura di Venezia fra sindaci, prefetti, questori, forze dell'ordine ed esercito per...

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Ieri il Tg3 regionale nell'edizione delle 14 lancia un servizio sulla riunione alla Prefettura di Venezia fra sindaci, prefetti, questori, forze dell'ordine ed esercito per l'accoglienza profughi. Lo speaker riferisce: "secondo alcune indiscrezioni Padova sarebbe disponibile a offrire una caserma". Chiediamo lumi al sindaco tramite un sms. Dopo due nanosecondi riceviamo la sua telefonata, non proprio tranquilla...

«Ma questi sono folli. Padova non accetterà proprio un bel niente. Stamattina lo ribadirò a chiare lettere al Prefetto nella riunione del Comitato per l'ordine e la sicurezza».
Che cosa teme?
«Questi arrivano alla caserma Romagnoli a Chiesanuova e poi cosa fanno? Vanno in giro tutto il giorno? Ce li ritroviamo dentro i negozi o sotto casa? Se succede sa cosa faccio? Tutti i soldi che ho in bilancio li spendo per assumere agenti. Sarò costretto a militarizzare la città. Oppure chiederò all'esercito di schierare le camionette. Comunque non esiste».
Perché?
«Perché mi metterò davanti alla caserma con tutta la Giunta per non far passare i camion. Vediamo se mi arrestano. Padova ha già una montagna di problemi. Che se li risolva lo Stato, questi. Anzi sa che le dico? Porterò in piazza i padovani disoccupati, gli esodati e gli anziani con la pensione minima a manifestare. Tutti quelli che lo stato esclude».
Il Prefetto di Venezia, Cuttaia, ieri ha detto che probabilmente la Romagnoli sarà scartata. Però ha anche aggiunto con una battuta che se Padova non vuole i profughi se li ritroverà comunque per strada...
«Il suo attegiamento è irrispettoso della dignità delle istituzioni cittadine. Cosa vuole fare, politica? Pensi ai problemi della sua città, che ne ha già tanti. Noi non accetteremo di doverci piegare agli ordini, pena il rischio di un'invasione disordinata di extracomunitari. Padova non è una provincia dell'impero».
Pensa al rischio di un aumento della microcriminalità proprio nel momento in cui il fenomeno, secondo alcuni, dati sembra diminuito?
«Esattamente. La "cura" sta facendo bene. Non voglio regressioni».
E se non fosse la Romagnoli ma la Pierobon?
«Ecco, bisogna che ci capiamo. Faremo le stesse barricate. Mi hanno detto che ieri è stato qualcuno dell'Esercito a dare la disponibilità per le caserme ma la prefettura di Padova non si è espressa. Meglio così. Se ci fossero stati Rossi e Zanonato avremmo avuto altro che un centro di smistamento. Con me non si passa. Se vogliono la guerra l'avranno».
Vogliono...?
«Questo stato. Ma con tutti i posti nel sud dove non c'è niente, dove abbiamo una densità di un abitante per chilometro quadrato ce li vogliono mandare qui? È assurdo. Bisogna essere degli incoscienti. E il nostro no non è in discussione. Padova ha già dato».
Per esempio?

«Il programma nazionale di integrazione dei rifugiati, che va avanti da anni, si chiama Sprar. Ebbene quest'anno ci costa 400mila euro. Mentre altri 600mila li abbiamo spesi per assistere i minori stranieri non accompagnati che sono arrivati in città. Sono già troppe risorse per quanto mi riguarda, se penso alle centinaia di padovani che quotidianamente si rivolgono agli uffici del Comune per chiedere una casa, un lavoro, o un aiuto anche solo temporaneo».
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Il Gazzettino