Bini assicura: nessun contrasto con Lega e Forza Italia

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LA VICENDA

UDINE «Alcuna lotta politica o frattura con gli alleati, neppure per idea. Semmai, è stata estrapolata una considerazione da un ragionamento complessivo, che aveva e ha al centro il rilancio del piccolo commercio e la tutela dei lavoratori». L'assessore regionale Sergio Bini, interpellato, getta acqua su un fuoco a suo avviso acceso senza motivo effettivo, a partire dalla sua considerazione di essere a favore delle aperture senza limitazioni orarie e festive dei negozi. Una considerazione che, rilanciata, nei giorni scorsi ha registrato posizioni contrarie di esponenti di Lega e Forza Italia, favorevoli invece a un ridimensionamento delle aperture. «Posizioni che mi trovano d'accordo, perché è chiaro che occorre salvaguardare la qualità di vita dei lavoratori che passa anche attraverso orari che consentano di conciliare una vita familiare. Forse, per questo, occorrerà lavorare anche perché ci siano dei contratti equi e che siano rispettati», premette Bini. Che poi riprende il ragionamento all'origine della polemica evidenziando che il focus non era su quest'aspetto quanto piuttosto sulla necessità di un impegno ulteriore per dare nuova vita al piccolo commercio e alla rivitalizzazione dei centri. «Aprioristicamente non sono contrario alle aperture, anche se condivido che sarebbe bello che nelle festività canoniche ci fosse un accordo per tenere le serrande abbassate». Sul punto «abbiamo visto la passata amministrazione regionale ha già provato a mettere paletti, ma è stata fermata dalla Consulta. Tuttavia credo che a livello nazionale si arriverà a trovare un punto di equilibrio tra le posizioni delle imprese e quelle dei sindacati». Chiusa, dal suo punto di vista, la questione relativa alle aperture festive, Bini riporta l'attenzione dove avrebbe voluto che ci fosse sin dall'inizio. «Mi interessa operare per il rilancio della piccola e media distribuzione, che può tornare ad avere un valore se punta sulla qualità venduta e non sui numeri e sulle varietà. Se ragionasse in questi ultimi termini, infatti, avrebbe già perso in partenza rispetto alla grande distribuzione». Passando dalle intenzioni all'ipotesi delle misure possibili, l'assessore evidenzia che occorre creare «condizioni favorevoli per l'insediamento delle botteghe nei centri storici, per esempio agendo sugli affitti, implementando il supporto all'avvio di nuove attività di questo genere». Secondo Bini «è una sfida che dobbiamo raccogliere ora, poiché ci sono già evidenze che dicono di una crescente domanda dei cittadini di poter avere punti vendita più vicini a casa e, soprattutto, dove poter avere un rapporto umano diretto e continuativo». Un recente studio di Confcommercio nazionale ha già intercettato l'inizio di questa tendenza in Italia e «negli Usa si tratta di un fenomeno già conclamato». «Arriverà anche da noi ed è nostro compito favorire le condizioni per uno sviluppo che porta anche occupazione», conclude. Ma Sergio Bolzonello (Pd) incalza: «Nella lite del centrodestra Fedriga porti presto una legge in aula sulle chiusure festive se davvero è coerente con la sua linea».

A.L.
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Il Gazzettino