BELLUNO Era il giorno della consulente della difesa ieri in Tribunale a Belluno nel processo per i presunti maltrattamenti al figliastro da parte di una 38enne palermitana. La...
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I test non effettuati e altre questioni procedurali renderebbero poco credibile il racconto del bimbo. «Ma perché il piccolo piangeva allora quando raccontava di quegli episodi?», ha chiesto il giudice. La psicologa ha spiegato che era la situazione in cui il bimbo si trovava in quel momento a indurlo a piangere.
Anche ieri in Tribunale a Belluno era presente la donna imputata dei maltrattamenti al figlio del compagno. La 38enne palermitana (avvocato Wanjera Ghimenton del foro di Padova) ha sempre respinto ogni accusa dando tutta un'altra storia da quella emersa dal racconto del piccolo e dalle indagini della Procura.
Secondo le accuse dal 2011 fino a metà del marzo 2014 la 38enne avrebbe insultato il bimbo dall'età di 10 anni, minacciato con frasi «ti rendo la vita impossibile». Lo avrebbe poi umiliato, vietandogli di giocare con il fratellino, bimbo nato dalla nuova relazione del papà con la donna. E ancora: «Tu non fai parte della famiglia» e persino la violenza fino a farlo cadere procurandogli la frattura del pollice sinistro. Il bimbo stava talmente male in quella casa della matrigna e del suo papà che era anche scappato. Le accuse per la donna sono di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. La mamma del bimbo è parte civile con l'avvocato Paniz. Per l'accusa ieri in aula il pm Sandra Rossi.
Il processo è stato rinviato per gli ultimi testi.
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Il Gazzettino