Biennale, Martin Puryear rappresenterà gli Usa

Biennale, Martin Puryear rappresenterà gli Usa
Gli Usa hanno annunciato chi sarà il loro artista alla prossima Biennale a Venezia: Martin Puryear, che - con buona pace di Trump - rappresenta la cultura afro-americana. Si...

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Gli Usa hanno annunciato chi sarà il loro artista alla prossima Biennale a Venezia: Martin Puryear, che - con buona pace di Trump - rappresenta la cultura afro-americana. Si tratta di un artista molto noto, non giovane (è nato nel 1941), autore, fra le altre opere, di una gigantesca scultura installata in Madison Park Square nel 2016, Big Bling. Puryear crea da solo, manualmente le sue enormi sculture, una sorta di risposta al post-minimalismo che gli insegnarono a Yale, nel 1969, con Robert Serra.

Tra le altre sue celebri sculture troviamo Big Phrygian (2010-14), una sorta di enorme berretto frigio, rosso, simbolo di libertà durante la Rivoluzione Francese, e oggi. Un'altra opera assai nota è la Scala per Booker T. Washington, del 1996, una leggerissima struttura di legno a gradini a curve incerte, che sembra salire senza fine, a simboleggiare la lunga e difficile strada verso il successo: si potrebbe aggiungere, il successo degli afro-americani, dato che è intitolata a Booker T. Washington (1856-1915), una delle voci più importanti di quella cultura degli anni Jim Crow, il periodo dopo la fine della Guerra Civile in cui si cercò di annullare le libertà conquistate dai neri.
Interessante la formazione di questo artista: arruolatosi nel Peace Corps (come molti studenti americani poveri) è andato in Sierra Leone, dove ha imparato a lavorare il legno come fanno gli africani della costa occidentale e a intrecciare cesti.
Al contrario di molti artisti afro-americani, Puryear ha avuto moltissimi riconoscimenti, tra cui una National Medal of Arts nel 2012 da Obama. A Venezia, creerà sculture site-specific e collaborerà, all'Istituto della Pietà,con un programma per giovani svantaggiati. Si ricordi che Bradford collaborò a un progetto con la prigione delle donne alla Giudecca.
Rosella Mamoli Zorzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino