Bestemmie spray: incastrati i vandali

Bestemmie spray: incastrati i vandali
Telecamere e testimonianze hanno dato un contributo alle indagini dei carabinieri e della polizia locale di Belluno per risolvere il caso dell'auto imbrattata a colpi di spray,...

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Telecamere e testimonianze hanno dato un contributo alle indagini dei carabinieri e della polizia locale di Belluno per risolvere il caso dell'auto imbrattata a colpi di spray, scrivendo una bestemmia in vernice rossa sul cofano. Poi la creatività si è spostata sul palazzo delle Poste e sul un telo posto a copertura dei lavori al Duomo. Si tratta di due ragazzi bellunesi, classe 1995 e 1992, già noti alle forze dell'ordine per analoghi precedenti. Due habitué di quello spray che insudicia le città, anche quella di Belluno, purtroppo.

Sono stati denunciati a piede libero per i reati di deturpamento e danneggiamento aggravato, dei quali dovranno rispondere davanti ad un giudice. In quella sede i danneggiati potranno chiedere i danni.
I fatti si sono svolti in centro città, verso le 23.40 della notte tra sabato e la domenica di Pasqua.
Dopo una lite in un bar di piazza delle Erbe, i due imbrattatori avrebbero sfogato la loro ira prendendo prima di mira una Seat Ibiza parcheggiata in via Cipro, poi il palazzo delle Poste e quindi il telo che copre il cantiere al Duomo. Un danno ingente, soprattutto per la vettura, di colore bianco, ritrovata dal proprietario con una bestemmia in vernice rossa proprio sul cofano.
Le indagini sono state condotte in tandem dalla compagnia di Belluno dei carabinieri, comandata dal capitano Dario Di Iorio (foto), e dalla Polizia locale guidata dal comandante Gustavo Dalla Ca'.
Sull'ennesimo vandalismo era intervenuto anche il sindaco, Jacopo Massaro, denunciando soprattutto il fatto che, quella sera, alcuni passanti avrebbero visto uno dei due giovani armeggiare con lo spray sull'auto, ma si sarebbero ben guardati dal chiamare le forze dell'ordine. Tirando dritto.
Le telecamere avrebbero ripreso soprattutto uno dei due, ma le indagini hanno portato ad appurare che il danno venne fatto in due. I loro nomi sono iscritti nel registro degli indagati. E se la pena rischia di non essere alta, il conto sicuramente lo sarà di più.
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Il Gazzettino