Bestemmia sul palco, Canali multato

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Non sono piaciute al comandante della stazione dei carabinieri di Azzano Decimo le bestemmie proferite dal cantante Giorgio Canali, contenute nella sua Lettera del compagno Lazlo al colonnello Valerio, cantata nel corso della Fiera della musica. Invocando l'articolo 724 del codice penale, Bestemmia e manifestazioni oltraggiose, il comandante dei carabinieri, come responsabile dell'ordine pubblico di quella sera, ha proceduto alla contestazione nei confronti di Canali, per il gesto, per la gente, tanta, che si è indignata, e per la presenza di bambini. A Canali per aver bestemmiato in pubblico gli è stata comminata una sanzione di 102 euro. Va ricordato anche che Canali la sua Lettera del compagno Lazlo al colonnello Valerio, scritta per la compilation Materiali resistenti del 2010, viene esclusa a quanto pare proprio per le bestemmie che contiene. Pronunciare una bestemmia in pubblico ha rappresentato un comportamento penalmente rilevante sino al 30 dicembre 1999, sino a quando è entrato in vigore il decreto legge numero 55/1999 che, con l'articolo 57, lo ha depenalizzato. A seguito di questo intervento però la rilevanza del fatto non è scomparsa ma si è solo spostata dal piano penale a quello amministrativo. In forza di quanto prevede l'articolo 724 del codice penale infatti chiunque utilizza parole oltraggiose contro la divinità in pubblico soggiace alla sanzione amministrativa. Ciò con la finalità perseguita dal legislatore di continuare a garantire il rispetto delle regole civili che sono poste a fondamento di una società organizzata». L'episodio delle imprecazioni durante l'esibizione di Canali ha suscitato indignazione e aperto anche un caso politico. Con l'opposizione che si era detta «indignata di quanto accaduto in una manifestazione, appunto la Fiera della musica, finanziata con denaro pubblico». Anche il sindaco Marco Putto e l'assessore alla cultura Mauro Bortolin avevano preso le distanze dall'episodio «che non va confuso con un evento di indubbio spessore artistico». A scusarsi anche uno dei curatori Pablo Perissinotto: «Sono avvilito e mortificato per l'episodio. Avevo chiamato Canali sulla base di una stima artistica, che oggi purtroppo riconosco con molta fatica. Il suo gesto va condannato».

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Il Gazzettino