ROMA - I riflettori sono puntati già alla prossima settimana quando Silvio Berlusconi e Raffaele Fitto si ritroveranno seduti intorno ad un tavolo per cercare (ancora una volta)...
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L'intenzione dell'ex premier è chiara e ieri l'ha ribadita nel pranzo a palazzo Grazioli con i suoi consiglieri ed i capigruppo azzurri: dobbiamo evitare le provocazioni, si capirà presto se dietro le richieste di rinnovare il partito ci sono in realtà ambizioni personali.
Insomma un chiaro riferimento all'ex governatore azzurro con cui però l'ex premier non ha nessuna intenzione di rompere invitando anche i suoi fedelissimi a tenere un profilo basso. Già perché per i progetti che ha in testa l'ex capo del governo occorre tenere il partito unito: sia per la partita sull'elezione del prossimo presidente della Repubblica che per un ritorno non "zoppo" in politica una volta terminati i servizi sociali e riacquisita la piena agibilità. La convinzione di Berlusconi è di poter riconquistare anche i cosiddetti frondisti, spuntando così le armi all'ex ministro.
Fitto non sembra preoccupato. E di fronte ad una platea composta da rappresentanti di tutte le categorie (da Confindustria a Confartigianato) l'eurodeputato insiste con i suoi cavalli di battaglia: «basta improvvisazione», è la premessa «la rifondazione deve partire dai contenuti. Dobbiamo fare autocritica e mettere in campo proposte concrete».
Nessun accenno polemico, «le contrapposizioni non ci interessano. Con Berlusconi non c'è nessuno scontro - ribadisce - ci vedremo presto». L'ex ministro si chiama fuori anche dalla contesa sulla leadership («non ambisco ad avere ruoli»), ma rilancia sulle primarie: «Sono convinto che anche Salvini sia d'accordo». Ad ascoltarlo oltre ai fittiani anche diversi ex colonnelli di An.
La sensazione, però, è che il cuore del problema sia solo rinviato al faccia a faccia con il Cavaliere. Ma che tutto il centrodestra sia in fibrillazione lo dimostra lo scontro al vetriolo tra Angelino Alfano e Roberto Maroni. «Siete come Marine le Pen», dice il ministro alla Lega Nord. Secca la replica del governatore lombardo: «Dici cazzate: siamo un partito di successo». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino