ROMA Incontro franco, come racconta il vice segretario del Pd, Lorenzo Guerini? Altro che. Renzi e Berlusconi si vedono a pranzo a palazzo Chigi per due ore e, complici un piatto...
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Tuttavia, la sua affermazione suona come un monito a Renzi a rispettare gli accordi. Lo stallo c'è e, avverte l'ex Cavaliere, «dovremo lavorare ancora moltissimo per arrivare a un nome condiviso. Quindi riteniamoci convocati in permanenza». Intanto, il presidente dei senatori di Forza Italia, Paolo Romani, tratteggia il ritratto del Capo dello Stato ideale: «Per il Colle occorre una personalità politica di lungo corso- spiega- ma in grado di reggere agli stress test sull'economia, sulle riforme istituzionali e sulle emergenze internazionali», facendo capire che occorre andare oltre Sergio Mattarella.
E Berlusconi assicura ai suoi parlamentari di aver stoppato «nomi di candidati poco noti, come quello del magistrato Raffaele Cantone, che la gente non conosce proprio». In cima ai suoi pensieri, ribadisce, «ci sono sempre uomini delle istituzioni come Giuliano Amato e Pier Ferdinando Casini». Quindi, promette che «non ci faremo imporre un nome radicato nella sinistra, che in passato è stato nostro avversario o che ci ha dimostrato inimicizia». E tronca le ipotesi che portano a tecnici come il ministro dell'Economia Padoan o al governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco.
Insomma, molto c'è ancora da lavorare per arrivare a una candidatura condivisa. Oggi Renzi e Berlusconi si rivedranno ancora. E, probabilmente, potranno esserci, già nelle prossime ore, ancora ripetuti contatti telefonici tra gli ambasciatori delle due parti. Per il momento, pur temendo lo scenario che gli ha fatto balenare Renzi, e cioè che i 5 Stelle, Sel e la minoranza Pd possano convergere su Romano Prodi già oggi, alla prima votazione, creando non poco imbarazzo, Berlusconi insiste con l'idea di votare scheda bianca per i primi tre turni di voto. E intanto continua la campagna per aggregare quello che fu il suo centrodestra. E' orgoglioso dell'accordo ritrovato con Alfano. «Se in ballo c'e' il bene dell'Italia, tutti i dispiaceri svaniscono- sospira- insieme ad Area Popolare, Forza Italia ha 150 voti e per questo siamo importanti per l'esito delle elezioni quirinalizie».E spera di poter attirare anche i grandi elettori della Lega. Cosa di cui ha parlato ieri sera con l'antico sodale Umberto Bossi.
Il pallottoliere dei voti disponibili è in continuo aggiornamento. Altri consensi si possono aggiungere. Altri però possono prendere il volo. Come quelli gestiti da Raffaele Fitto, che ieri ha riunito i suoi, 36 tra senatori e deputati, che potrebbero convergere su un nome diverso da quello che può emergere dal patto del Nazareno.
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Il Gazzettino