Berlinale, arrivano finalmente gli italiani È il momento di Giovannesi e la Paranza

Berlinale, arrivano finalmente gli italiani È il momento di Giovannesi e la Paranza
CINEMASono giorni italiani, qui a Berlino. Non c'è straordinariamente freddo, non c'è grande entusiasmo, ma c'è un'aria di forte interesse per l'Italia. Una volta tanto. E in...

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CINEMA
Sono giorni italiani, qui a Berlino. Non c'è straordinariamente freddo, non c'è grande entusiasmo, ma c'è un'aria di forte interesse per l'Italia. Una volta tanto. E in attesa dell'unico film italiano in concorso (La paranza dei bambini, Claudio Giovannesi), che passa oggi e che, sempre per ora come ipotesi, visto il resto del Concorso, ha buone chances per marcare il territorio e porsi in mostra per la Giuria di Juliette Binoche, godiamoci questa nutrita pattuglia di opere presenti a Panorama, che è la sezione parallela al Concorso, più intrigante, più curiosa, più attenta alle questioni politiche e civili.

Selfie di Agostino Ferrente è un bell'esempio di cinema del reale, applicato a un'estetica figlia del cellulare, dove i protagonisti diventano essi stesi autori del proprio film. Protagonisti sono due adolescenti (Alessandro e Pietro) del rione Traiano a Napoli, una zona di tensione, paura e morte, dove nel 2014 un ragazzo di 16 anni è stato ucciso dalle forze dell'ordine, a bordo di uno scooter assieme ad altri due amici: i tre non si fermarono probabilmente a un posto di blocco per non prendere la multa ed evitare il sequestro del mezzo, Davide fu scambiato per un latitante e colpito a morte. Ferrente, attraverso i due ragazzi, ci porta dentro la quotidianità del quartiere, facendo emergere una umanità fragile al di là di ogni apparenza, dove lo Stato è totalmente assente, dove si vive senza speranza: un viaggio tra finzione e realtà, perché poi tra i selfie dei ragazzi ci stanno anche le riprese delle telecamere di controllo sparse per la zona. Un film sincero, che provoca emoziona e simpatia.
STORIA DI DAFNE
Anche Dafne regala un tocco esuberante e significativo. Lo firma Federico Bondi ed è un curioso road-movie (a piedi) di una donna giovane, affetta a sindrome di Down, che per affrontare la morte della madre e la depressione del padre, si mette in viaggio, anche metaforico, con il proprio genitore, per elaborare il lutto e guardare con nuove energia la vita. In uscita la prossima settimana sugli schermi italiani, il film sprigiona una commozione autentica, dove la diversità non diventa mai intrattenimento. E infine ecco Normal, che dal titolo parla anch'esso di differenze esistenziali. Adele Tulli sonda come sono le dinamiche di genere nella realtà contemporanea, oggi minate da un dibattito non sempre tranquillo e adeguato, attraverso una rappresentazione documentaristica, in modo classico, sui condizionamenti culturali che fin da bambini si subiscono.

Adriano De Grandis
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino