BENEVENTO - Appalti in laparoscopia al Comune di Benevento: l'ultima frontiera delle

BENEVENTO - Appalti in laparoscopia al Comune di Benevento: l'ultima frontiera delle
BENEVENTO - Appalti in laparoscopia al Comune di Benevento: l'ultima frontiera delle truffe alla Pubblica Amministrazione prevede l'uso della tecnica adoperata per le operazioni...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
BENEVENTO - Appalti in laparoscopia al Comune di Benevento: l'ultima frontiera delle truffe alla Pubblica Amministrazione prevede l'uso della tecnica adoperata per le operazioni chirurgiche per leggere in anticipo le offerte in busta chiusa e favorire gli imprenditori compiacenti.

L'originale sistema è alla base dell'inchiesta della Procura di Benevento denominata 'Euroscopio'. Dieci le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del Tribunale di Benevento nei confronti di un dirigente di Palazzo Mosti e di alcuni imprenditori nel campo edile. Il funzionario - secondo l'accusa dei pm - avrebbe intascato tangenti pari al 7% per truccare gli appalti comunali.
Reati contro la pubblica amministrazione, in particolare concorso in corruzione aggravata e reiterata, oltre a turbativa di gare in appalti pubblici: queste le accuse rivolte alle dieci persone alle quali i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Benevento hanno notificato altrettante ordinanze di misure cautelari.
In manette è finito Angelo Mancini, funzionario del Comune, ora rinchiuso nel carcere di Capodimonte. Domiciliari, invece, per Angelo Collarile, Fioravante Carapella, Giuseppe Pancione, Guido Mastantuono, Pellegrino Parrella, Antonio D'Addona, Mario Siciliano e Pietro Ciardiello. Obbligo di firma, infine, per Angelo Pilla.

Secondo gli inquirenti, gli indagati usavano anche un laparoscopio, strumento medicale di alta tecnologia e utilizzato in micro-chirurgia, dotato di una speciale microtelecamera e di un lungo e stretto beccuccio a fibra ottica. L'apparecchio serviva per vedere, senza lasciare tracce, all'interno delle buste presentate dalle ditte e contenenti l'offerta per le gare d'appalto. Uno stratagemma per sbirciarne il contenuto, stabilendo così in anticipo il punteggio da attribuire alle imprese in gara e destinare l'appalto alla società prescelta. Secondo l'accusa, Mancini - una volta entrato in possesso della lista delle ditte partecipanti all'asta -, si avvaleva di un gruppo di intermediari, proponendo ai titolari delle aziende in gara il pagamento delle tangenti. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino