Benché fino a ieri lui negasse tutto, oggi la notizia è ufficiale: Oliviero Toscani, figliol prodigo e geniale, torna alla corte dei Benetton. «Penso sia arrivato il momento...
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Bentornato Toscani. Noi saremo ubriaconi, ma lei dice le bugie. «Solo perchè ho detto che bevete troppo prosecco e fate i sogni? - si difende - È vero, per serietà ho tenuto la bocca cucita fino alla firma del contratto. Però oggi mi fa piacere tornare a lavorare con Luciano. Stavolta saremo io e lui senza intermediari. E ne combineremo delle belle». La liaison tra il fotografo e l'azienda trevigiana inizia nel 1984 e dura fino al 2000: diciott'anni di collaborazione in cui un'irripetibile avventura imprenditoriale di famiglia diventa icona mondiale. E da Ponzano escono messaggi in grado di riscrivere la storia della pubblicità. Dalla battaglia contro l'Aids al conflitto israelo-palestinese, dal bacio proibito tra un prete e una suora che ha scosso il mondo cattolico, agli amori diversi. Poi l'addio. O meglio l'arrivederci.
Ma Toscani resta legato al Veneto da un sapido rapporto di amore e odio: dalle dichiarazioni di passione alla denunce. «In fondo sono stato spedito da bambino a studiare al Filippin di Paderno vicino a Treviso, il collegio degli asini d'Italia». Poi per fortuna ha conosciuto i Benetton, che gli hanno dato incalcolabili possibilità. E a cui il fotografo ha regalato tutta la sua vis iconoclasta. Sono passati diciassette anni da allora. Oggi Toscani ha 75 anni, e Benetton 82. Ma per due uomini così l'età è solo un dettaglio d'anagrafe.
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Il Gazzettino