Benedetti (Danieli) pone cinque condizioni

Benedetti (Danieli) pone cinque condizioni
UDINE - Cinque o sei squadre di esperti e anche un rappresentante del Governo regionale, da comporsi entro 60 giorni per altrettanti temi cruciali; quindi un lavoro di ricerca,...

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UDINE - Cinque o sei squadre di esperti e anche un rappresentante del Governo regionale, da comporsi entro 60 giorni per altrettanti temi cruciali; quindi un lavoro di ricerca, con numeri e proiezioni, di 6-8 mesi. Alla fine, un documento di 10 pagine «con azioni costruttive per verificare se il Fvg, nel Nordest, può avere speranza di futuro da qui al 2030».

È l'idea, già pragmaticamente organizzata, che ieri il presidente e ad della Danieli, Gianpietro Benedetti, ha lanciato a Udine in occasione di «Conoscenza in festa», la tre giorni di eventi per portare «la conoscenza nell'agenda del Paese» voluta dall'Università di Udine e dal suo rettore Alberto Felice De Toni, in partnership con una straordinaria rete di realtà pubbliche e private. Dal dossier che maturerà nella Primavera 2016 , e soprattutto dalla fattibilità delle azioni che serviranno per lo sviluppo del Pil, dipenderà anche il futuro della Danieli, in Friuli o altrove.
Benedetti non lo ha nascosto: «La Cina non traina più come nel 2008 e non sarà facilmente sostituibile, la crisi Russa-Ucraina determina tensioni che chiamano massima competitività - ha analizzato -. I tempi stringono per decidere se il futuro lo progettiamo in Italia o se bisognerà ritoccare lo schema di gioco per gli investimenti». Cosa serve per restare è emerso nel ricco confronto a più voci che sotto la Loggia del Lionello ha guidato il giornalista Enrico Mentana con Benedetti, i presidenti di Confindustria Udine Matteo Tonon, di Pordenone Michelangelo Agrusti, di Confartigianato Fvg Graziano Tilatti, il vice presidente di Confindustria Vg Diego Bravar, il rettore dell'ateneo di Trieste Maurizio Fermeglia i docenti Stefano Micelli, Andrea Moretti e Bruno Tellia. La sintesi l'ha composta Benedetti a guisa di traccia di ciò che serve per arrivare sani al 2030. «Abbiamo bisogno di molte cose - ha detto -: gli industriali devono aver l'idea di innovare l'esistente; l'Università deve dare un'idea della tecnologia disponibile fra 15 anni; deve aumentare la natalità; bisogno gestire l'immigrazione, che è una necessità».

Sul dossier finale Benedetti mira ad avere dal Governo della Regione «il marchio di nave scuola», per «rendere più veloce la realizzazione della azioni che si delineeranno» E «lo chiederò subito alla presidente Debora Serracchiani».
Antonella Lanfrit
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Il Gazzettino