Bellini rovinato, arriva l'esposto con nuove accuse

Bellini rovinato, arriva l'esposto con nuove accuse
(g.prad) Il caso del Bellini appena restaurato e già rovinato approda...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
(g.prad) Il caso del Bellini appena restaurato e già rovinato approda alla Procura della Repubblica di Venezia. E' partito ieri l'esposto del veronese Riccardo Beverari, l'appassionato d'arte che aveva allarmato lo stato della pala Vergine in gloria e santi di Giovanni Bellini (datata tra il 1510-1515), finita nel solaio del museo diocesiano a San Marco. L'opera, presentata a ottobre scorso dopo un lungo restauro, mostra numerose lacerazioni che la direzione museale ha spiegato come danni causati dall'eccezionale secchezza climatica dell'ultimo periodo. Nell'esposto, Beverari racconta di essere entrato nel museo il 7 febbraio perché attratto dal cartello all'esterno che annunciava l'esposizione del capolavoro belliniano, ma di non averlo trovato nelle sale. «Dopo non poche insistenze - scrive il veronese - ricevevo dal custode del museo quella che ritengo una preoccupante versione dei fatti: già dopo un mese circa dalla data di spostamento dell'opera, si sarebbero verificati i primi distacchi di pellicola pittorica e lo stato di conservazione della stessa sembrerebbe aggravarsi di giorno in giorno, con non trascurabile nocumento». L'uomo testimonia di aver visto e fotografato la pala nel solaio del museo, disposta orizzontalmente per cercare di contenere i danni «senza che fossero stati approntati particolari dispositivi di protezione - prosegue l'esposto - in uno stato di degrado impressionante». La richiesta è di avviare gli accertamenti e valutare eventuali responsabilità penali. «Trovo intollerabile che il direttore del museo abbia dichiarato che la permanenza del Bellini nel museo fosse una fase di monitoraggio dopo il restauro. Non si fanno dei test sulle opere d'arte, men che meno su un Bellini così prezioso. Inoltre, il museo diocesiano non è certo un laboratorio: è stato esposto il dipinto perché lo si voleva mostrare al pubblico. La perplessità di più utenti iscritti ai gruppi dell'arte su Facebook - aggiunge Beverari - è che sull'opera, rovinatasi nel giro di un mese, sia stato svolto un restauro di tipo estetico ma non conservativo.»

© riproduzione riservata
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino