Battiston e il mistero di un uomo chiamato Churchill

Battiston e il mistero di un uomo chiamato Churchill
TEATROUn uomo sicuramente non qualunque, un politico che è un'icona, quasi una maschera. La figura controversa di Winston Churchill, considerato un eroe dagli ammiratori per aver...

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TEATRO
Un uomo sicuramente non qualunque, un politico che è un'icona, quasi una maschera. La figura controversa di Winston Churchill, considerato un eroe dagli ammiratori per aver salvato l'Europa dal nazismo e dipinto come un politico cinico ed egocentrico dai detrattori, è al centro dello spettacolo Winston vs Churchill che vede in scena Giuseppe Battiston e Maria Roveran. Costruito sulla traccia del saggio Churchill, il vizio della democrazia di Carlo G. Gabardini, che mostra Churchill in un presente onirico in cui l'intera esistenza è compresente e finisce per parlare a noi e di noi oggi con una precisione disarmante. «Churchill per certi versi è il Novecento, è l'Europa - rimarcano le note di regia - forse è colui che, grazie alle sue scelte politiche, ha salvato l'umanità dall'autodistruzione durante il bellicoso trentennio che va dal 1915 al 1945. Churchill incarna il primato della politica e umanamente è un eccesso in tutto: tracanna whisky, urla, sbraita, si lamenta, ma senza mai arrendersi, fuma sigari senza sosta, tossisce, detta ad alta voce bevendo champagne, si ammala, comanda ma ascolta, è risoluto ma ammira chi è in grado di cambiare idea, spesso lavora sdraiato nel letto, conosce il mondo ma anche i problemi dei singoli». E ancora ha atteggiamenti tranchant e battute che oggi farebbero impazzire Twitter, come la famosa Gli italiani perdono le guerre come se fossero partite di calcio e le partite di calcio come se fossero guerre.

PERSONAGGIO REINVENTATO
Battiston incontra la figura di Churchill e la porta in scena reinventandola, indaga il mistero dell'uomo attraverso la magia del teatro. E nonostante la storia dello statista costringa a confrontarsi con passaggi feroci e cruciali della Storia, la messinscena non perde un potente senso dell'ironia. Il testo di Gabardini affronta le domande che rendono interessante la vicenda dell'inquilino più famoso di Downing Street. «È possibile che un uomo da solo riesca a cambiare il mondo? - si chiede l'autore - Un uomo fatto come gli altri, con un corpo uguale agli altri, le cui giornate sono costituite da un numero di ore che è lo stesso di quelle degli altri. Cosa lo rende capace di cambiare il corso della storia, di intervenire sul fluire degli eventi modificandoli?». Quel che è certo che il premier britannico non amava subire la storia, ma esserne parte attiva. Meglio fare le notizie che riceverle affermò - meglio essere un attore che un critico.

Giambattista Marchetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino