Battaglia politica: indagati 17 no global

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LO SCONTRO PADOVA La tensione politica esplosa sabato pomeriggio in via...

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LO SCONTRO

PADOVA La tensione politica esplosa sabato pomeriggio in via delle Melette in zona Palestro, quartiere rosso della città dove ha vissuto in una casa Ater anche l'ex leader del Cso Pedro Max Gallob, è costata al popolo dei disobbedienti diciassette denunce. L'avere cercato lo scontro con un gruppetto di giovani di Forza Nuova, ha messo nei guai gli antagonisti finiti nel registro degli indagati con l'accusa di violenza privata aggravata in concorso. A individuare i diciassette no global sono stati gli uomini della Digos, attraverso una serie di immagini registrate con una telecamera. Secondo l'accusa i diciassette indiani padani, il più grande ha 54 anni e il più piccolo 20 anni, hanno prima provato a scontrarsi con i militanti di estrema destra e poi li hanno intimoriti impedendogli di risalire nelle macchine. Nove dei disobbedienti sono padovani, gli altri provengono dalle province di Treviso, Verona, Lecco, Trento e Vercelli. Per tutti l'accusa è di violenza privata aggravata in concorso. La tensione è esplosa sabato pomeriggio perché una donna italiana di 42 anni, da tempo infuriata per il disturbo provocato da una famiglia nigeriana che abita al piano di sopra, ha chiamato alcuni amici di Forza Nuova. Gli esponenti di estrema destra sono entrati nel quartiere Palestro, storico rione frequentato dai centri sociali, e i no global non hanno gradito la visita improvvisata. In pochi minuti i disobbedienti, tra loro anche esponenti del Centro popolare occupato Gramigna, si sono organizzati e sono arrivati con spirito battagliero in via delle Melette. È così iniziata la caccia all'untore, perchè pedrini e gramignoli erano convinti di trovare quelli di Forza Nuova impegnati a imbrattare i muri del loro quartiere con scritte fasciste. Circostanza non rilevata dalla polizia. Da una parte della strada i militanti di Forza Nuova e di altri ambienti legati alla destra, dall'altra i ragazzi dei centri sociali e dei collettivi di sinistra. In mezzo, al centro dell'incrocio, quattro volanti della polizia e gli uomini della Digos. L'intervento della polizia ha impedito che la situazione degenerasse, ma la tensione è stata grande: molti testimoni hanno temuto che si arrivasse al vero e proprio scontro. Le accuse, come sempre capita in questi casi, sono state reciproche.

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Il Gazzettino