Bassano aderisce ad "affitti sociali sicuri"

Bassano aderisce ad "affitti sociali sicuri"
L'emergenza abitativa nel Bassanese e il nuovo intervento degli «affitti sociali sicuri» in tempo di crisi. Se ne discuterà stasera, dalle 20.30 nell'aula magna dell'Istituto...

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L'emergenza abitativa nel Bassanese e il nuovo intervento degli «affitti sociali sicuri» in tempo di crisi. Se ne discuterà stasera, dalle 20.30 nell'aula magna dell'Istituto comprensivo 3 Bellavitis di via Colombare. L'incontro s'inserisce nel filone promosso da Cgil, Cisl e Uil, Caritas vicentina, associazione Piccoli proprietari case e da alcune amministrazioni comunali per informare sul progetto degli "Affitti sociali sicuri", strumento per prevenire l'incapacità incolpevole degli inquinilini in difficoltà di pagare il canone di affitto dell'abitazione. Con il contributo del direttore della Caritas diocesana don Giovanni Sandonà, i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, l'assessore ai Servizi alla persona Erica Bertoncello verranno presentati e commentati i dati sull'emergenza abitativa e sulla crisi occupazionale nel territorio dell'Ulss 3, ma soprattutto saranno illustrati i contenuti del nuovo intervento.

Siglato nell'aprile scorso dalla Caritas vicentina, dalla Prefettura e dalle prime sette amministrazioni comunali, il progetto è oggi sottoscritto da 17 Comuni, fra i quali figura anche Bassano. "Affitti sociali sicuri" (nel mese di settembre ne sono stati avviati 6 nella provincia) consiste in un accordo fra Prefettura, Comuni e Caritas, con la collaborazione delle organizzazione sindacali vicentine, per prevenire e, se possibile, sanare situazioni di difficoltà nel sostenere i costi delle locazioni a causa della riduzione del reddito da lavoro, che potrebbero aggravarsi e sfociare in procedure di sfratto. L'intervento a sostegno di inquilini e proprietari prevede innanzitutto il dimezzamento, o almeno una riduzione significativa, del canone di locazione pattuito in sede contrattuale, e l'erogazione di un contributo di 6 mesi rinnovabili per ulteriori 6 mesi fino ad un massimo di 250 euro mensili, 60 per cento a carico del Comune competente e 40 per cento coperti dalla Caritas.
L'azione si attiva con la comunicazione alla Caritas berica della delibera comunale di adesione all'iniziativa, che è aperta anche ai Comuni della diocesi vicentina nel padovano e nel veronese, con un accordo diretto Comune-Caritas. I destinatari sono cittadini italiani o stranieri regolarmente residenti nei Comuni che hanno aderito al progetto, in possesso di un contratto di locazione regolare che alla data della domanda non abbiano ancora subito l'avvio del procedimento di sfratto e che possano documentare la disponibilità della sospensione dello stesso da parte del proprietario.

«Al proprietario di un'abitazione l'affitto sociale conviene perché gli consente di non pagare tasse o imposte per un'entrata che non ha più - sostiene la Caritas - Inoltre riducendo il canone paga all'erario solo in base a quanto effettivamente percepito e non deve sostenere i costi legali delle procedure di sfratto, lunghe e di esito incerto. Infine, evitando di avvelenare il rapporto con gli inquilini, diventa parte attiva della rete che dà una mano alle famiglie che per problemi economi non riescono più a fronteggiare le spese».
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Il Gazzettino