Basista locale per la rapina in banca

Basista locale per la rapina in banca
Quando i poliziotti hanno fatto irruzione nel monolocale di 30 metri...

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Quando i poliziotti hanno fatto irruzione nel monolocale di 30 metri quadri di Zelarino usato come base e rifugio, i sei banditi avevano appena iniziato a spartirsi il bottino: 81mila euro in mazzette legate ancora con le fascette con il logo della Banca di Credito Cooperativo di Marcon di Chirignago appena saccheggiata. Non se l'aspettavano l'arrivo della polizia, o almeno non così presto tanto che tre di loro, quelli entrati nella banca per la rapina, l'altro ieri verso 15.30, avevano ancora le dita ricoperte di colla usata per non lasciare impronte. Ed è stata proprio la velocità e la sinergia tra Squadra Mobile, Volanti e Gruppo Anticrimine l'arma vincente dell'operazione che giovedì sera ha portato all'arresto per rapina aggravata in concorso di 6 persone: 5 trasfertisti di Catania e un basista locale, ex guardia giurata veneziana, che ha messo a disposizione la sua casa di Zelarino per ospitare la banda la notte prima della rapina e come rifugio. In carcere a Venezia e Treviso sono finiti Dario Maugeri, 23 anni, Orazio Moschetto, 36 anni, Davide Avolese, 43 anni e i suoi due figli Giuseppe (24) e Antonino (21) e il veneziano Nicola Bertotti, 41 anni. Escluso quest'ultimo, incensurato, gli altri hanno precedenti specifici, compreso il più piccolo degli Avolese che si è visto anche notificare un provvedimento cautelare di due anni e 4 mesi di prigione per reati commessi da minorenne. Il blitz dei circa 30 uomini coordinati dalla dirigente della squadra mobile Angela Lauretta, si è concluso nell'arco di appena 15 minuti. «Questo tempo ci è servito per arrivare sul posto con gli agenti delle Volanti, visionare le riprese delle telecamere della videosorveglianza e collegare le informazioni ricevute dalla squadra mobile di Firenze nei giorni scorsi che ci indicavano la probabilità della presenza di una banda di trasfertisti nel nostro territorio, indicandoci un eventuale loro covo». Quindi l'irruzione: «Bravi, i nostri complimenti per l'operazione. Ma noi non abbiamo fatto male a nessuno»: sono le parole che uno dei banditi avrebbe detto ai poliziotti subito dopo l'arresto. Una sorta di prima difesa per il reato commesso e per mettere in discussione la contestazione della rapina. «In effetti i banditi non hanno usato armi ha aggiunto la dirigente della Mobile veneziana E non c'è stato alcun tipo di reazione al momento dell'irruzione nel covo. Ma uno di loro ha spinto e fatto cadere a terra con forza il cassiere per farsi consegnare il denaro in banca e questa è comunque un'azione violenta che dovrà essere valutata dal gip in sede di convalida dell'arresto». L'unica arma, una pistola, che la polizia ha trovato e sequestrato è stata quella dell'ex guardia giurata, cioè del basista veneziano, che deteneva regolarmente in casa. Alla questura di Venezia per la brillante operazione ieri sono arrivati i complimenti del capo della polizia Franco Gabrielli ieri a Mestre oltre che del prefetto Domenico Cuttaia e del sindaco Luigi Brugnaro.

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Il Gazzettino