Bankitalia: «Nessun salasso lo Stato potrà guadagnarci»

Bankitalia: «Nessun salasso lo Stato potrà guadagnarci»
ROMA - Non sarà un salasso a fondo perduto per lo Stato e i contribuenti. Il giorno dopo il fine settimana in cui le due banche venete sono state liquidate e cedute in parte a...

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ROMA - Non sarà un salasso a fondo perduto per lo Stato e i contribuenti. Il giorno dopo il fine settimana in cui le due banche venete sono state liquidate e cedute in parte a Intesa Sanpaolo, la Banca d'Italia scende in campo per difendere una soluzione che, seppure non fra le sue preferite (l'opzione migliore era la ricapitalizzazione precauzionale dello Stato), «era inevitabile» e, così come è congegnata, consentirà «allo Stato di non perderci ma forse di guadagnarci».

Il direttore generale Fabio Panetta non ci sta a dare il passo a chi ha dipinto l'operazione come un buco nero per i conti pubblici e un aiuto smaccato a Intesa e anzi ritiene che questo possa essere un «punto di svolta» per il sistema creditizio italiano. «I 17 miliardi circolati come il costo per lo Stato - attacca Panetta - sono una cifra che non esiste». Lo Stato, sottolinea, ha un esborso di 4,8 miliardi e si impegna con garanzie per 12 miliardi difficilmente attivabili a fronte però di un attivo, composto da crediti e partecipazioni «capiente» che, grazie a una gestione paziente della Sga, potrà restituire risorse. Nei crediti rimasti nella gestione commissariale vi sono fondi deteriorati già svalutati anche grazie ad Atlante (il nominale è di 18 miliardi) e non sono peraltro tutte sofferenze.

Insomma con questo embrione di bad bank nazionale si potrà evitare di svendere i crediti a un valore di 20 agli operatori esteri e ricavare un valore di 40, che è quello indicato dalle analisi di Via Nazionale e nella relazione tecnica del decreto. Si vedrà fra «3-5 anni» con i primi consuntivi se il processo di recupero procede come previsto. Non si tratta di mera contabilità, ma anche di evitare che imprenditori e privati del Veneto si vedano sottrarre «case e capannoni». Insomma se si è intervenuti per la piccola Cipro, rileva Panetta, si possono anche disporre risorse pubbliche per il Veneto. Panetta non fornisce cifre al riguardo ma si dice convinto che una risoluzione «un anno fa» con le regole del bail in colpendo anche i senior avrebbe causato maggiori danni anche sulla fiducia per il sistema italiano e ai risparmiatori dopo l'azzeramento già subito dai vecchi azionisti dei 2 istituti. «Non potevamo fare i cowboy dicendo di lasciar fare al mercato né procedere con la ricapitalizzazione» sfidando la Dg Comp che aveva chiesto 1,2 miliardi dei privati (le perdite attese e prevedibili della banca) bloccando di fatto pochi giorni fa quella strada. E la lezione servirà anche per i manager. «Sono stati già puniti con la liquidazione - risponde Panetta -. I manager sono peraltro sotto indagine». E poi una puntualizzazione su Intesa Sanpaolo: «Ha partecipato a una gara aperta e il contributo di 3,5 miliardi che riceverà dallo Stato» per mantenere i ratios patrimoniali e gli 1,285 miliardi per gli esuberi «sarebbero stati dati a qualunque altro offerente».
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Il Gazzettino