Banche venete, la Ue apre «Lavoriamo con l'Italia»

Banche venete, la Ue apre «Lavoriamo con l'Italia»
I finanziatori privati mancano e il governo tratta con Bruxelles e Francoforte per trovare una soluzione per il salvataggio delle banche venete. «Commissione europea, meccanismo...

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I finanziatori privati mancano e il governo tratta con Bruxelles e Francoforte per trovare una soluzione per il salvataggio delle banche venete. «Commissione europea, meccanismo di vigilanza unico e autorità italiane lavorano mano nella mano. Sono in corso contatti costruttivi», rassicura in giornata un portavoce della Commissione.

Per puntellare il capitale di Popolare di Vicenza e di Veneto Banca è necessario trovare qualche privato che investa un miliardo di euro. E il Fondo Atlante non ha più soldi. O meglio, ce li ha, ma può usarli solo per acquistare sofferenze. Un intervento di quel tipo sulle venete è allo studio. Ma niente di più. Pare quindi destinato al flop l'esito del mandato agli amministratori delegati di Popolare di Vicenza, Fabrizio Viola, e Veneto Banca, Cristiano Carrus, di sondare il gestore del Fondo, Quaestio Sgr, per rinforzare le casse. Popolare di Vicenza farà il punto martedì, in un cda riunito a Milano e probabilmente, anche Veneto Banca farà lo stesso. Il fatto è che Atlante I ha investito tutti i suoi 3,5 miliardi nella ricapitalizzazione delle due banche, e i suoi soci non sembrano intenzionati a investirci altre risorse. Mentre Atlante II, nato con una dotazione di 2,2 miliardi, ne ha già spesi 500 mila per le sofferenze delle tre good bank acquisite da Ubi Banca. Gli restano 1,7 miliardi ma, a differenza di Atlante I, per regolamento può usarli solo per acquistare crediti deteriorati. I contatti fra Tesoro e autorità europee sono frequenti, anche se, al momento, non sono previsti faccia a faccia. L'azione del governo sulla Ue mira a rivedere l'ammontare del fabbisogno delle due banche o la natura strettamente privata del soggetto che dovrà mettere quel miliardo in più. Una deroga, infatti, aprirebbe le porte ai 20 miliardi stanziati dal Tesoro a dicembre con il decreto salvarisparmi. Il Tesoro, comunque, ripete che quello di qualche giorno fa a Bruxelles fra la Dg comp e gli a.d. delle venete è stato solo «uno dei numerosi passaggi previsti dalla consueta interlocuzione tecnica». Quindi, non c'è stata nessuna accelerazione verso il bail-in. Indiscrezioni giornalistiche hanno parlato di un possibile incontro tra il premier Gentiloni e la cancelliera Merkel, a margine del G7, ma a fonti del governo non risulta ci sia stato. L'obiettivo comune resta una soluzione «che garantisca la stabilità delle due banche venete» e la salvaguardia dei risparmiatori. Il sottosegretario all'Economia Paolo Baretta assicura: «Non molleremo al loro destino Banca popolare di Vicenza e Veneto Banca», spiegando che la soluzione dovrà arrivare entro l'estate, perché «Non possiamo permetterci tempi lunghi». Non paiono invece destinati a trovare sbocchi i rumors su una possibile integrazione fra le venete e Mps. Siena sta ormai vedendo l'arrivo dell'iter che la porterà al salvataggio grazie all'intervento dello Stato. Anche lo schema per cessione dei 27 miliardi di sofferenze pare definito: gacs per la tranche senior e intervento di Atlante, Fortress e Credito Fondiario per quelle junior e mezzanine. per quelle junior e mezzanine.
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Il Gazzettino