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UDINE L'ateneo friulano ha conquistato le pagine della prestigiosa rivista Nature con un lavoro che ha visto la partecipazione del gruppo diretto dal professor Michele Morgante. È stato infatti realizzato nell'ambito del dipartimento di Scienze agroalimentari, ambientali e animali, lo studio sul destino del gene che è stato inserito nel Dna del piccolo siriano di 9 anni operato a Bochum, in Germania, e restituito alla vita dopo la diagnosi di una malattia degenerativa che gli aveva colpito la pelle e che lo avrebbe portato a morte sicura. L'intervento è stato realizzato dall'équipe chirurgica che si era affidata, per la parte preparatoria, al team dei ricercatori della Università di Modena. Arriva da questo team la pelle rigenerata e geneticamente corretta che ha salvato la vita del piccolo bambino farfalla, sottoposto in Germania a tre diversi trapianti. E arriva da Udine lo studio che ha permesso di «localizzare dove fosse finito il gene inserito nelle cellule del bambino», spiega Morgante. «Quando si fanno questi interventi, cioè quando si inserisce un gene che svolge le funzioni del gene difettoso, è essenziale capire in quale parte del genoma il gene si sia andato a piazzare».
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Il Gazzettino