Successo a metà per il sindaco di Bagnoli di Sopra Roberto Milan, che martedì pomeriggio in Prefettura ha firmato la convenzione con il ministero della Difesa per avere in uso...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Da ieri dunque il comune di Bagnoli per la durata di 12 mesi rinnovabili di anno in anno fino alla definitiva acquisizione, ha l'uso di buona parte della parte logistica, soprattutto della zona dove sorgono i fabbricati, mentre un'altra parte, come ammette lo stesso primo cittadino è stata tenuta dal rappresentante del governo sul territorio, il Prefetto, per l'eventuale allocazione di migranti che verranno assegnati al Veneto: si tratta dell'area che va verso sud in direzione della frazione di Prejon, che comprende anche l'ingresso principale della base, dove si sono svolte le manifestazioni di questi ultimi due mesi, la sala mensa e il campo sportivo. Insoddisfatti della soluzione trovata si sono ovviamente dichiarati i rappresentanti del comitato "Bagnoli dice no", preoccupati comunque del fatto che in qualche modo si sia sancita la possibilità di portare nella ex base aerea qualche centinaio di persone; la loro intenzione è quella di continuare il presidio, manifestando chiaramente la contrarietà a soluzioni di compromesso. Intanto sul muro di una cabina elettrica lungo la stessa via Galilei, verso Prejon, una mano anonima ha vergato scritte ingiuriose all'indirizzo di persone dalla pelle nera, tracciando anche una svastica, segno dunque di una tensione alta, che sfocia nell'inciviltà.
Nella giornata di ieri è stata diffusa anche la notizia che il ministero della Difesa sta predisponendo i bandi di gara pubblica per assegnare i lavori di bonifica dall'amianto in diversi siti dismessi, tra i quali anche San Siro, che riguarda alcune abitazioni chiuse, a ridosso di altre nei pressi della pubblica via. Sembra dunque segnata la sorte della struttura militare che dagli anni '50 del secolo scorso e fino al 2007 ha rappresentato un baluardo per la difesa dello spazio aereo italiano. Nei suoi tempi migliori, la base di San Siro, nella quale hanno operato per parecchio tempo anche gli americani, ha ospitato alcune centinaia di militari tra ufficiali e truppa, addetti alla sorveglianza dei missili che erano posti sulle rampe di lancio dislocate nel perimetro della base. La caduta del muro di Berlino, con il conseguente venir meno della contrapposizione tra Russia e Nato, ha portato ad una progressiva riduzione del personale, fino alla completa chiusura otto anni fa. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino