Scandalo bonifiche. L'investitura ufficiale l'aveva ricevuta il 2 novembre 2006. Con decreto firmato dall'allora ministro Alfonso Pecoraro Scanio, l'avvocato dello Stato...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Dagli accertamenti eseguiti dalla Guardia di Finanza, tramite la consultazione dell'anagrafe tributaria, emerge che l'avvocato Schiesaro a titolo di compenso per la sua opera di consulente ministeriale nel contenzioso con una quindicina di aziende ha percepito tra il 2008 e il 2011 poco più di 691mila euro lordi, pari ad un netto di circa 408mila euro più gli spiccioli.
Ma erano le cosiddette "transazioni ambientali" il vero business della "cricca". Dove Mascazzini, che agiva sia in qualità di presidente della conferenza dei servizi (in caso di transazione), sia come direttore generale che approvava i progetti (in caso di procedura ordinaria), aveva il potere di vita o di morte sui destini di un'azienda. Mascazzini era il regista dell'operazione e Schiesaro la mente giuridica. Basti pensare che nell'area di Marghera ben quarantatrè aziende hanno scelto di transare con il Ministero dell'Ambiente per non vedere bloccati i propri progetti, pagando una somma complessiva di quasi 600 milioni di euro. Ma poi, le bonifiche sono state fatte? Illuminante la testimonianza di Marco Salmini, amministratore delegato della società Itermodale Marghera, che ha transato con 4 milioni di euro: «Ad oggi, a parte i marginamenti, anche quelli parziali, nessun intervento di messa in sicurezza è stato effettuato». Nel senso che - sostiene la Procura di Roma - a Mascazzini non interessava affatto la bonifica dei siti, piuttosto gli importava che le transazioni fossero fatte prima che si scoprisse che il danno ambientale c'era davvero. Scopo del sodalizio - viene contestata l'associazione per delinquere e la concussione - era costringere le aziende a pagare utilizzando indebitamente quale strumento di pressione le ispezioni ministeriali.
© riproduzione riservata Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino