Aveva usato il "portale" come una trappola

Aveva usato il "portale" come una trappola
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Si apre il prossimo 17 marzo a Padova il processo a Dino Maglio, 36 anni, che si faceva chiamare "Leonardo" nel suo profilo Couchsurfing e prestava servizio come carabiniere. Sul banco degli imputati dovrà rispondere di stupro di minore con l'aggravante di aver somministrato sostanze alcoliche e presunte sostanze narcotiche, e di aver abusato della relazione di ospitalità con la vittima. Pochi giorni fa sono arrivate alla Procura tre nuove denunce per casi del tutto simili, anche se le vittime sarebbero delle ceche maggiorenni. Ad peggiorare il quadro, il materiale pedopornografico. Una vera raccolta che l'uomo sincronizzava su tutti i suoi supporti informatici e telefonici in modo «quasi maniacale» come ha scritto il gip che ne ha firmato il sequestro. Il 18 marzo 2014 l'uomo era stato sottoposto ai domiciliari per lo stupro di una minorenne australiana, subendo anche il sequestro di tutto il materiale telefonico ed informatico. Gli era stato vietato di uscire di casa e di parlare con terzi. Maglio al pm Giorgio Falcone aveva anche promesso che non avrebbe piu avuto contatti con  Couchsurfing. In realtà - grazie a un cellulare con internet fornito da amici - in soli 10 giorni di domiciliari aveva modificato le sue credenziali di accesso al sito come a tutti gli altri social network cui era registrato. La polizia se ne accorge e il 28 marzo 2014 il pm ordina un'irruzione a sorpresa. Con Dino Maglio c'erano due couchsurfer, un'argentina e un'armena, quest'ultima con "sintomi" e "malesseri" simili a quelli delle altre vittime. E a quel punto per il pm e per il gip non ci sono stati dubbi: Dino Maglio deve andare in galera, in attesa del processo con rito abbreviato per lo stupro della minore. L'Arma lo ha sospeso dal servizio e deciderà l'espulsione «in esito ai riscontri del procedimento penale, anche prima della sentenza definitiva».
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Il Gazzettino