TRIESTE - Da qui al 2038 pedaggi rincarabili dell'1,5% all'anno anziché del 2,11%. Autovie Venete presenta allegati e correttivi al Piano finanziario: prevede investimenti pari...
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Già, perché la vera partita si gioca a Bruxelles, dove la delegazione governativa italiana - ora anche con il placet del neo-ministro Graziano Delrio, punta al riconoscimento per la Spa autostradale e per Autobrennero delle caratteristiche di società in house.
Debora Serracchiani chiede verifiche e approfondimenti tecnici, amministrativi e strategici, sebbene una serie di chiarimenti pare abbia stemperato i dubbi su questa soluzione: in pratica il Governo affida senza gara la gestione della rete alla Regione Fvg, che a sua volta la affida ad Autovie Venete. Ma c'è un inghippo mica da ridere: Autovie dovrebbe sottoporsi al controllo analogo di bilancio con la Regione, cosa di per sé abbastanza invalidante sul piano dell'agilità strategica e operativa. E soprattutto dovrebbe essere scorporata dal controllo di Friulia e planare direttamente nel grembo di Mamma Regione. Serve una legge e ancor più servono complessi passaggi tecnici. Gli utili di Autovie non fornirebbero più uova d'oro al desco di Friulia, questo è pacifico, ma anche con i numerosi soci privati si profilano accordi di non immediata definizione. Non è problematica, invece, la presenza minoritaria di tali soci: la Direttiva europea 23/2014, infatti, ne ammette l'esistenza, ma a condizione che non possano in alcun modo modificare le strategie dell'azienda.
La prospettiva di questa imponente operazione legislativa e tecnica si fa ogni giorno più concreta, mentre a Bruxelles si sta per calendarizzare un nuovo confronto del Governo italiano con le Direzioni generali della concorrenza e del mercato interno prima del via libera politico della Commissione europea. Contatti si sono avuti in questi giorni anche fra Autovie e Autobrennero, per le quali si disegnano analoghe prospettive di matrice pubblica.
M.B.
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Il Gazzettino