Attacco chimico a Duma scontro sugli ispettori «Bloccati da Siria e Mosca» `

Attacco chimico a Duma scontro sugli ispettori «Bloccati da Siria e Mosca» `
LA STRATEGIANEW YORK Continua lo scambio di accuse, e nuovi ostacoli si oppongono alla scoperta della verità. Ma allo stesso tempo non ci si rassegna a far tacere del tutto la...

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LA STRATEGIA
NEW YORK Continua lo scambio di accuse, e nuovi ostacoli si oppongono alla scoperta della verità. Ma allo stesso tempo non ci si rassegna a far tacere del tutto la diplomazia. Mentre Stati Uniti, Francia e Regno Unito si scontrano con Russia e Siria sull'attacco chimico a Duma e la missione punitiva alleata, prende il via in tono sommesso un nuovo tentativo alle Nazioni Unite per una risoluzione che sblocchi l'impasse siriano. Questa iniziativa andrà per le lunghe però, perché gli occidentali vogliono cercare di superare il veto russo e trovare un compromesso. E alcuni osservatori sperano che il supporto europeo, durante l'appuntamento dei Paesi Donatori, che l'alto commissario europeo Federica Mogherini ha convocato a Bruxelles il 24 aprile, possa contribuire a far pressioni in questo senso.

LE POSIZIONI
Ma nel frattempo si vanno accumulando le proteste da entrambe le parti, mentre gli Stati Uniti ieri si preparavano a annunciare nuove sanzioni contro le aziende russe che abbiano aiutato la Siria a tenere in vita la preparazione di armi chimiche. La Casa Bianca era stata presa in contropiede domenica, quando il presidente Emmanuel Macron aveva detto di aver convinto gli Usa a restare «a lungo» in Siria. Prontamente la portavoce di Trump ha corretto il tiro: «Il presidente è impegnato a sconfiggere l'Isis ha spiegato Sarah Sanders -. Abbiamo ancora truppe sul terreno ma il presidente le vuole riportare a casa e questo non è cambiato». Unica concessione a Macron, per non smentirlo pubblicamente, è stata una veloce aggiunta: «Ma non abbiamo una scadenza».
GLI OSTACOLI

Resta aperta e irrisolta la questione di raccogliere prove indipendenti dell'attacco di Duma. Nonostante sia gli Stati Uniti che la Francia abbiano sostenuto di aver trovato sufficienti prove che l'attacco chimico c'era stato e portava le impronte digitali del regime di al-Assad, una conferma ufficiale da parte degli ispettori dell'Opac (Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche) darebbe una garanzia indipendente. Gli ispettori Opac devono ascoltare testimoni, raccogliere campioni e documentare ogni loro scoperta. L'Onu ha dato loro il via libera, e già da tre giorni sono in Siria, dove domenica hanno incontrato il viceministro degli esteri siriano e un alto esponente russo, dai quali però non hanno ottenuto l'accesso a Duma. La zona è stata riconquistata dalle forze del regime una settimana fa, e ora è pattugliata da polizia russa e siriana. Senza le garanzie delle due parti, è assolutamente impensabile che la squadra si avventuri a Duma: già due volte gli ispettori dell'Opac sono stati attaccati mentre indagavano su due altri casi in Siria. Ma intanto si accumulano i sospetti che la cintura posta da siriani e russi intorno alla zona non sia casuale: «È nostra opinione che i russi abbiano visitato il luogo dell'attacco ha spiegato l'ambasciatore Kenneth Ward, rappresentante degli Usa presso l'Opac, all'Aia -. Temiamo che abbiano manipolato le prove, per impedire l'indagine Opac». Medici e sfollati dicono che i luoghi «possono essere stati alterati», ma lo stesso ministro degli Esteri Sergei Lavrov smentisce.
Anna Guaita
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino