Atletica in lutto: festa cancellata

Atletica in lutto: festa cancellata
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«Abbiamo ritenuto che non si poteva proprio pensare di confermare l'annuale festa dell'atletica. Non dopo la tragica notizia della scomparsa di Sebastiano che, proprio oggi (ieri per chi legge, ndr) sarebbe salito sul palco per essere premiato. Ne parleremo più avanti». Parole di profonda mestizia quelle di Giulio Imperatore, presidente della Fidal provinciale, che, dopo un rapido giro di telefonate, ha ufficializzato il rinvio dell'appuntamento che avrebbe visto il mondo dell'atletica bellunese trovarsi per rivedere, attraverso i suoi protagonisti, il film della passata stagione. Un film nel quale Sebastiano Bortolin, morto venerdì in un incidente stradale ad Anzù, aveva recitato un ruolo da protagonista. Un minuto di silenzio, in segno di lutto, oggi sarà osservato nel cross regionale di Nove.

Trevigiano di Farra di Soligo (dove viveva con la mamma Rosa, 51 anni, cuoca), studente all'agraria Della Lucia di Vellai, il 18enne era arrivato un anno fa alla corte dell'Ana Atletica Feltre (dopo gli esordi nell'Atletica Valdobbiadene e dopo aver militato al Gs Astra di Quero). Inserendosi rapidamente e con facilità nella squadra granata, in particolare nel settore della velocità. Se infatti, in precedenza, aveva praticato la polivalenza, a Feltre aveva lavorato sodo per emergere proprio nella velocità; tanto a livello individuale quanto nella staffetta. Sotto l'attenta guida di Stefano Maniscalchi, il settore stava crescendo con costanza. Ancora a inizio anno, il quartetto composto da Davide Dalla Sega, Michele Vello, Marco Zandomeneghi e, appunto, Sebastiano Bortolin, a Padova si era laureato campione regionale nella 4x200, chiudendo col tempo di 1'3230, a soli tre decimi dal minimo fissato per poter partecipare ai Tricolori assoluti al coperto. Un tempo che il quartetto - da notare che si trattava di atleti under 20, dunque con ampi margini di crescita - aveva ulteriormente ritoccato, scendendo a 1'3217. Stefano Maniscalchi era il suo allenatore. Uno degli ultimi a sentirlo, appena dopo l'allenamento di venerdì, stanco ma elettrizzato. «Era un ragazzo d'oro - afferma Maniscalchi - lavorava con serietà, passione e grande impegno. Aveva voglia di vincere, ma mai a dispetto del gruppo. Era serio e onesto». Una passione per l'atletica, la sua, di famiglia. Tramandata dal nonno allo zio e infine al nipote. Seba che corre veloce, Seba istinto e disciplina.
Nel ricordo di tutti un ragazzo con le idee chiare, gli occhi puntati sul futuro, veloce verso la meta. Ma anche uno capace di fare squadra, che non si tirava mai indietro per aiutare gli altri.

Un percorso, quello di Sebastiano, che si è interrotto per sempre in un pomeriggio di fine febbraio, dopo che aveva sudato - sicuramente, sempre con allegria - con i compagni dell'atletica feltrina.
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Il Gazzettino