Destinare il 20% del ricavato proveniente dalla vendita di alloggi Ater per sanare la morosità incolpevole di chi magari resta senza lavoro e consentire alle aziende di restare...
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Critico Roberto Revelant (Ar): «Il nuovo regolamento azzera, anziché elevarli, i punteggi per gli anni di residenza dei richiedenti alloggi Ater e privilegia invece il numero dei figli spalancando di fatto le porte soprattutto agli immigrati extracomunitari penalizzando gli italiani. La Giunta non si accorge della crescente tensione sociale».
Replica Vittorino Boem (Pd): «Dall'opposizione opera di sciacallaggio gratuita: i requisiti sono legati al bisogno soggettivo».
Introdotti anche nuovi indicatori di bisogno nel regolamento alla legge 1 del 2016 quali le vittime di violenza, e non solo di genere femminile, in quanto, ha puntualizzato l'assessore Mariagrazia Santoro: «Esistono anche altre situazioni meno numerose ma altrettanto gravi». A far notare l'assenza dei sindacati degli inquilini è stato Luciano Bordin della Cisl: «Si sono perse due occasioni, quella di creare uno sportello informatico per l'edilizia sovvenzionata e il mancato riferimento agli studenti». Il nuovo regolamento, inoltre, mette nero su bianco che non bisogna essere proprietari di alloggio "ovunque ubicato", ossia il requisito di non proprietà, ma Orietta Olivo della Cgil ha posto il problema di case possedute oltre confine: «Come farete questi controlli? La persona può essere proprietaria di una casupola in montagna, inadeguata al nucleo».
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Il Gazzettino