«Ater, il dirigente paghi»

«Ater, il dirigente paghi»
È accusato di aver ritardato la registrazione di centinaia di contratti di locazione, provocando un danno per le casse dell'Ater, costretta a pagare all'Agenzia delle Entrate...

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È accusato di aver ritardato la registrazione di centinaia di contratti di locazione, provocando un danno per le casse dell'Ater, costretta a pagare all'Agenzia delle Entrate sanzioni e interessi relative ai vari procedimenti. Giampaolo Zane (nella foto), chiamato in causa in qualità di responsabile del Servizio attività immobiliari dell'Ater, è stato citato a giudizio davanti alla Corte dei conti del Veneto: la Procura regionale, a conclusione di un'inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza, chiede che venga condannato a risarcire 11mila euro. L'udienza è stata fissata per il 18 giugno del prossimo anno.

A far scattare l'indagine è stata una segnalazione dell'attuale presidente dell'Ater, Alberto Mazzonetto, il quale ha trasmesso alla Procura erariale la documentazione relativa a 173 contratti registrati in ritardo. Successivamente le Fiamme Gialle hanno esteso gli accertamenti, mettendo sotto accusa oltre 500 contratti, tra il 2009 e il 2013, in relazione ai quali l'Ater ha provveduto alla registrazione soltanto dopo aver ricevuto la contestazione da parte dell'Agenzia delle Entrate. Tali ritardi sono costati 11mila euro in più rispetto al semplice pagamento di quanto dovuto per la registrazione. Nel corso delle indagini la Finanza ha scoperto che in più occasioni i dirigenti succedutisi al vertice del'Ater avevano sollecitato il responsabile del Servizio attività immobiliari a rispettare i termini per la registrazione degli atti. Zane fu anche sottoposto a procedimento disciplinare conclusosi con un richiamo verbale.

Il ragionier Zane si è difeso respingendo ogni addebito e sostenendo che i ritardi nella registrazione dei contratti devono essere addebitati a dirigenza e presidenza dell'Ater: alla Procura ha spiegato che il suo ufficio era gravato da numerosi problemi, dovuti anche alla carenza di personale, circostanze più volte sottoposte all'attenzione dei propri superiori. Inoltre ha evidenziato di non essere stato in possesso della password idonea alla registrazione dei contratti. Difesa che, però, non ha convinto la Procura, che gli contesta una colpa grave nel danno patito dall'Ater. Il prossimo anno sarà la Corte dei conti a doversi pronunciare.
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Il Gazzettino