Associazioni e migranti in marcia 4mila in corteo dalla stazione

Associazioni e migranti in marcia 4mila in corteo dalla stazione
Tamburi, danze, bandiere della pace. Un popolo variopinto ha occupato ieri pomeriggio il piazzale antistante la stazione ferroviaria, posizionandosi anche sulle gradinate. ...

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Tamburi, danze, bandiere della pace. Un popolo variopinto ha occupato ieri pomeriggio il piazzale antistante la stazione ferroviaria, posizionandosi anche sulle gradinate.

Erano circa 4mila i partecipanti alla manifestazione Side by side (fianco a fianco), provenienti da tutto il Veneto, per la maggior parte esponenti delle associazioni che si occupano e tutelano i migranti. Presenti anche quest'ultimi, richiedenti asilo o già regolarizzati, provenienti dall'Africa, dall'Afghanistan, dalla Libia e dal Bangladesh. Fra le associazioni e le cooperative, Emergency, Medici senza frontiere, Chiesa Pastafariana, Padova Accoglie, Sherwood Festival. Particolare la presenza di gonfaloni di San Marco, trasformati con i colori dell'arcobaleno. Una manifestazione organizzata nel punto in cui, lo scorso 22 gennaio, il 21enne Pateh Sabally del Gambia annegò, togliendosi la vita.

Dalla Stazione, il corteo si è quindi snodato verso campo Sant'Angelo, dove è stato allestito un palco per gli interventi. «Questa manifestazione è stata organizzata oggi - hanno detto gli esponenti dei vari gruppi - perché cade l'anniversario del criminale accordo fra l'Europa e la Turchia, che pone muri alla circolazione dei migranti. Nessun essere umano è illegale e noi rappresentiamo un Veneto diverso, perché ci siamo anche noi, che proponiamo la convivenza, l'umanità, l'antirazzismo». E ancora: «Chiediamo la chiusura dei grandi centri, perché un'accoglienza diffusa e sostenibile è possibile, anche se 250 sindaci della regione si oppongono». A Sant'Angelo hanno parlato don Luca Favarin, Marco Paggi, Stefano Ferro, Franco Balzi (sindaco di Santorso). Particolarmente applaudito l'intervento di Said Chaibi. giovane immigrato di seconda generazione. «Queste politiche di chiusura e contrazione totale dei diritti fondamentali - è stato ribadito negli interventi - Di fatto legittimano un clima di intolleranza e di odio che si manifesta in tutto il Paese. In particolare il Veneto è diventato un caso nazionale: centri indecenti dove sono ammassate le persone, presidi fissi contro l'accoglienza».
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Il Gazzettino