Assistenza, le Acli presentano uno studio sui costi

Assistenza, le Acli presentano uno studio sui costi
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SANITÀ
MESTRE Ci sono medici che raccontano di persone che nei fatti si curano meno di quello che dovrebbero e che viene loro consigliato. E farmacisti che riferiscono di pazienti, soprattutto anziani, che anziché assumere due o tre compresse al giorno, magari ne prendono una sola, per far durare di più la confezione, visto che faticano ad arrivare a fine mese. E persone che fanno sapere di dover aspettare anche mesi per poter fare una visita medica all'ospedale e l'unica alternativa possibile è andare privatamente, ma a suon di quattrini. Sono, queste, alcune spie di quella fatica assistenziale sempre più diffusa e percepita, e che adesso viene certificata, dati alla mano, da una ricerca realizzata dalla Federazione anziani e pensionati delle Acli secondo cui «lo stato di salute del sistema sanitario è poco equo e sempre meno sostenibile». Sabato al centro Card. Urbani di via Visinoni a Zelarino, lo studio sibillinamente sottotitolato La sanità pubblica che ci è privata sarà presentato dalle 10 dai coautori Franco Marchiori, presidente Fap Acli, e Valeria Benvenuti, alla presenza del direttore dei Servizi socio-sanitari dell'Ulss 3 Serenissima Gianfranco Pozzobon e del presidente nazionale della stessa Fap Serafino Zilio, coordinati dal presidente provinciale delle Acli Paolo Grigolato. «Siamo partiti spiega Marchiori dai due valori cardine del nostro sistema sanitario, l'equità e la sostenibilità, oggi in forte sofferenza sia a livello nazionale che nella realtà veneziana. In un contesto fortemente mutato rispetto a quarant'anni fa, a livello sociale, demografico ed economico, è evidente che la spesa sanitaria non può che salire. E che per garantirne la copertura attraverso la fiscalità generale, così come previsto dalla riforma del 1978, andrebbe rimodulata la ripartizione delle entrate fiscali». Le Acli riferiscono che lo scorso anno, a fronte di una spesa sanitaria nazionale totale di 154 miliardi di euro, quasi 39 sono stati pagati direttamente di tasca propria dai cittadini. «Aumentano così i casi di povertà sanitaria, cittadini che per motivi economici rinunciano a curarsi - sottolinea Marchiori - Una strisciante deriva del principio universalistico del diritto alla salute richiamata anche da chi governa la nostra sanità». La ricerca in chiave veneziana, di un centinaio di pagine, è partita da un doppio lavoro di indagine: un questionario e un'analisi dei dichiarativi fiscali di oltre 21 mila contribuenti, «così da incrociare la percezione dei cittadini e dati oggettivi, finendo per confermare tutti gli scricchiolii del nostro sistema sanitario», conclude Marchiori.

Alvise Sperandio
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Il Gazzettino