Assistenza, Comuni al palo

Assistenza, Comuni al palo
A Rovigo la crisi è più pesante che nel resto del Veneto, ma i Comuni rischiano di non sfruttare appieno e al meglio una professione cui la legge affida compiti precisi e che...

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A Rovigo la crisi è più pesante che nel resto del Veneto, ma i Comuni rischiano di non sfruttare appieno e al meglio una professione cui la legge affida compiti precisi e che avrebbe molto da dare per rinsaldare il tessuto sociale.

È l'allarme al centro dell'assemblea aperta dell'Ordine regionale degli assistenti sociali, oggi alle 9.30 all'Hotel Europa.
Per la quinta volta dal 2014 il Consiglio dell'Ordine incontra gli iscritti sul territorio di lavoro per informarli delle novità che riguardano la professione e per dare ascolto alle istanze e alle preoccupazioni della categoria.
«In Polesine il tasso di disoccupazione è del 9,3%, contro una media veneta del 7,5% e del 12,7% in Italia – spiega Arianna Biscuola, consigliere dell'Ordine regionale che opera nel territorio polesano –. La disoccupazione giovanile tra i 15 e i 24 anni sale al 33%, mentre la media veneta è del 23% e a livello nazionale del 40% secondo i dati Istat».
Numeri che dovrebbero spingere le amministrazioni a puntare di più sulle risorse professionali e sul contributo che gli assistenti sociali possono dare nei servizi che contrastano marginalità, disagio e situazioni problematiche.
«Invece – prosegue Biscuola – nel Rodigino molti amministratori locali non vedono la figura dell'assistente sociale come una risorsa ma solo come un onere economico».

Sono complessivamente 79 gli assistenti sociali attivi nelle strutture locali. «Nelle due Ulss 18 e 19 - secondo l'intervistata - il coordinamento degli operatori è carente. Lo stesso dicasi per i Comuni. All'Ulss 18, nel 2014, per la buona volontà di tutti i colleghi, è stato portato a termine un corso di autoformazione al quale hanno partecipato otto su dieci di assistenti sociali. Lo scopo era presentare reciprocamente i propri servizi per costruire buone pratiche lavorative comuni. Pare che siano solo gli assistenti sociali a comprendere che lavorare in sinergia creando nuove prassi e pratiche virtuose, in un contesto di risorse scarse, rappresenti un'opportunità per mettere insieme competenze professionali e per l'ideazione di progetti a favore della comunità locale».
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Il Gazzettino