Assalti alle sale slot, condanne per 34 anni

Assalti alle sale slot, condanne per 34 anni
Quasi trentacinque anni di carcere. È la pena complessiva inflitta...

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Quasi trentacinque anni di carcere. È la pena complessiva inflitta dal giudice dell'udienza preliminare Margherita Brunello ai componenti della banda che tra settembre e novembre 2015 avevano terrorizzato l'Alta padovana con base operativa nella Castellana. Accogliendo interamente le richieste del pubblico ministero Benedetto Roberti, il gup ha inflitto pesanti condanne al sodalizio di malviventi, tutti appartenenti a famiglie di giostrai. Nove anni e dieci mesi di reclusione a Cristian Gabrieli, di Castelfranco, nove anni e due mesi a Davide Cavazza, di Loreggia, entrambi detenuti, cinque anni a Maverick Pavan, di San Giorgio delle Pertiche, attualmente ai domiciliari, tre anni e quattro mesi a Christian Visentin, di Cittadella, tuttora in carcere, tre anni e due mesi a Joselito Crovi, di Legnaro, ai domiciliari, due anni e otto mesi a Cristian Gottardo, di Legnaro, un anno e otto mesi a Inglis Trolese, di Arzergrande, entrambi sottoposti all'obbligo di dimora. Gabrieli e Cavazza, interdetti in perpetuo dai pubblici uffici, sono stati dichiarati delinquenti abituali. A pena espiata dovranno essere sottoposti ad una misura di sicurezza: saranno assegnati ad una casa di lavoro o ad una colonia agricola per due anni. Anche nei confronti di Visentin e Crovi è stata adottata la misura di sicurezza: a fine pena rimarranno in regime di libertà vigilata rispettivamente per due anni e un anno e sei mesi, con divieto di allontanarsi dal territorio del comune di residenza, sospensione della patente di guida, ritiro del passaporto e divieto di frequentare pregiudicati e tossicodipendenti. La banda cenava a base di aragoste e dormiva fino a mezzogiorno, pronta a colpire verso sera armata di mazze, fucili e Kalashnikov. Si teneva sempre in esercizio tanto da aver crivellato di colpi lampioni e cartelli stradali a Castelfranco. L'appartenenza all'etnia sinti consentiva loro di comunicare con un linguaggio difficile da decifrare. Cavazza e soci hanno messo a segno tra il 22 settembre e il 27 novembre 2015 tredici colpi, tra bar, supermercati, tabaccherie, sale slot e aree di servizio del padovano, del trevigiano, del vicentino e del veneziano. Sono stati incastrati grazie alle intercettazioni telefoniche e alle immagini degli impianti di videosorveglianza.

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Il Gazzettino