Assalti alla rete, ora indaga la polizia

Assalti alla rete, ora indaga la polizia
L'INCHIESTAPADOVA L'istituto tecnico industriale Severi è sotto attacco: alcuni studenti da mesi hanno organizzato assalti alla rete informatica della scuola. Un'escalation,...

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L'INCHIESTA
PADOVA L'istituto tecnico industriale Severi è sotto attacco: alcuni studenti da mesi hanno organizzato assalti alla rete informatica della scuola. Un'escalation, tanto da provocare danni al software e interruzioni volontarie del web. La preside, Nadia Vidale, è stata costretta a sospendere il servizio comunicando il disagio con una lettera ai ragazzi e alle loro famiglie. Il problema è stato poi segnalato alla polizia postale e sono in corso indagini per individuare i responsabili. Ci sarebbero stati anche furti di dati sensibili.

I FATTI
Il primo caso, all'istituto Severi di via Pettinati, si è registrato nel marzo dell'anno scorso, quando uno studente di quindici anni, grazie a un furto di password, ha violato il registro elettronico di classe per modificare i suoi voti e quelli dei suoi compagni. Il fenomeno, dopo avere pizzicato il colpevole, sembrava essersi arrestato, ma non è stato così. Altri studenti, per i motivi più svariati, hanno messo sotto attacco la rete informatica della scuola: ne hanno rallentato il funzionamento e hanno imbrattato lo spazio web con una serie di bestemmie. «Da mesi la struttura così faticosamente costruita - ha scritto la prima dirigente nella lettera - è attaccata da più parti dall'interno, da studenti che forse non hanno capito quanto questa risorsa sia preziosa, delicata e impegnativa per noi da gestire. Le credenziali di accesso, fornite per dare migliori possibilità di studio, sono usate per carpire quelle altrui, danneggiare il software, causare interruzioni volontarie del funzionamento della rete». E il problema ormai si verifica ogni settimana, procurando difficoltà al corpo docenti e a quei ragazzi impegnati nello studio. «...Azioni gravissime e meno gravi si succedono da settimane di continuo - si legge ancora nella lettera - e la rete è fatta oggetto di attacchi. Noi non siamo in grado di sostenere questa guerra. Non possiamo destinare le nostre forze a compiti di polizia: siamo una scuola e con le risorse che abbiamo vogliamo e dobbiamo fare soltanto educazione...».
STOP AL SERVIZIO
La preside è stata così costretta a interrompere il servizio. Alla fine di marzo il Consiglio di istituto ha deliberato il nuovo regolamento disciplinare, con l'obiettivo di sconfiggere i bulli della rete. Sono state inasprite le pene per quegli studenti beccati in classe con il telefono cellulare acceso, per quelli scoperti a rubare le password per modificare i voti inseriti nel registro elettronico e per quelli pizzicati a rallentare il web e ad alterarne il funzionamento. Questi ragazzi rischiano una sospensione dalla scuola fino a quindici giorni, ma non si sono per nulla intimoriti. Anzi, hanno proseguito nella loro azione di boicottare la rete dell'istituto. E così «...Nei prossimi giorni - come scrive la preside nella lettera - disabiliteremo l'accesso alla rete wifi per tutte le classi non digitali con Ipad. Non è accettabile per noi che lo sforzo generoso e pressoché gratuito dei nostri insegnanti e dei nostri tecnici sia ripagato dal disprezzo di chi perde il suo tempo a procurare danni e di chi, al corrente delle azioni di boicottaggio, non le impedisce e non le segnala, impedendo di fatto ogni intervento preventivo di dissuasione...».
LE INDAGINI

Il problema è stato segnalato dall'istituto alla polizia postale e da alcuni giorni sono scattate le indagini all'interno della scuola. Sembra che in un paio di casi siano stati rubati dei dati sensibili. Uno studente responsabile dell'attacco alla rete scolastica è stato scoperto. Tanto che venerdì è stato convocato un Consiglio di istituto straordinario, per decidere sulle sorti del bullo informatico. Il ragazzo di quindici anni, incastrato a marzo dell'anno scorso, per avere violato il registro elettronico di classe grazie a un furto di password, è stato allontanato dalla scuola e quest'anno ha frequentato un altro istituto cittadino. I danni provocati da questi studenti alla rete e al software possono ammontare a migliaia di euro.
Marco Aldighieri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino