Aspi, Acs preme per affiancare Cdp «Offerta subito con l'ok del governo»

Aspi, Acs preme per affiancare Cdp «Offerta subito con l'ok del governo»
L'OPERAZIONEROMA Florentino Perez invia una seconda lettera ad Atlantia per l'acquisto di Aspi. E questa volta il patron di Acs e del Real Madrid prova a fugare ogni dubbio di...

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L'OPERAZIONE
ROMA Florentino Perez invia una seconda lettera ad Atlantia per l'acquisto di Aspi. E questa volta il patron di Acs e del Real Madrid prova a fugare ogni dubbio di belligeranza: ogni mossa, e quindi anche l'offerta vincolante in arrivo, intende essere «pienamente supportata» dal governo italiano e progettata «in pieno allineamento con il governo e Cdp» al quale gli spagnoli sono pronti a riconoscere un ruolo di anchor partner. Una mossa ponderata bene nelle ultime ore che sarebbe passata, secondo alcune fonti vicine alla dossier, anche dall'altolà del governo Draghi. Di qui la scelta di correggere e pesare bene i toni della missiva. Si apre, dunque, ufficialmente il fronte con gli spagnoli di Acs per la vendita della partecipazione in Aspi da parte di Atlantia. Certo, continuano le discussioni tra Atlantia e Cdp, che va dritta per la sua strada con i fondi Macquarie e Blackstone. E se il regolamento dell'Autorità di regolazione dei trasporti sbloccasse 400 milioni di ristori, si aggiungerebbero all'offerta del consorzio (9,1 miliardi) arrivando a ridosso della forchetta indicata da Acs (9-10 miliardi). Ma lo schema flessibile di Perez suggerisce una nuova regia condivisa. Dunque, nessun riferimento a quale quota di Aspi (controllata all'88% da Atlantia) punterebbe Acs per arrivare alla fusione con Abertis. E anche questo non è un caso per chi punta a rompere il consorzio. Intanto, il premier Draghi tiene le distanze dalla rotta del governo Conte: sulla questione Cdp-Aspi «non intervengo e non discuto perché c'è una trattativa in corso, fondata sull'offerta preparata dal governo precedente. Vediamo come va a finire, il cda di Atlantia la discuterà e vedremo», ha detto in conferenza stampa.

LE CRITICITÀ
A ricordare tempi e scadenze è stato ieri il cda di Atlantia che proprio in chiusura si è visto recapitare la lettera di Perez. Il board si riunirà «prima del 23 aprile» per «valutare eventuali modifiche all'offerta» Cdp dopo «le richieste di miglioramento». Poi passerà la palla all'assemblea, e quindi anche al voto dei fondi finora in pressing sul prezzo e contro le interferenze politiche. In prima linea c'è l'hedge fund attivista Tci Fund Management (con un 10% potenziale). «Accogliamo con favore l'offerta di Acs e consigliamo vivamente ad Atlantia e ai suoi azionisti di impegnarsi in modo costruttivo per massimizzare il valore per gli azionisti», ha commentato Jonathan Amouyal, partenr di Tci, da tempo contro le «interferenze» del precedente governo. Ora chiede che l'esecutivo «supporti offerte competitive, rispetti le regole e permetta un processo di vendita market friedly». Sulla stessa linea Ken Garschina, di Mason Capital con il 2%: «L'Italia ha ricevuto una pilot letter dall'Ue su Aspi». E quindi, «le offerte diverse da Blackstone e Macquarie non dovrebbero essere scoraggiate». Allineato anche Spinecap che valuta Aspi 12 miliardi. Ma il fronte dei fondi critici sarebbe più ampio e deciso a farsi sentire in assemblea.

Del resto, dice Atlantia, anche «l'auspicio di alcuni azionisti, ha indotto il consiglio» a sentire prima l'assemblea. Solo sopo toccherà al cda per «le determinazioni finali», entro il 28 maggio. E a quel punto potrebbe essere in arrivo anche un'offerta vincolante di Acs, intorno al 20 maggio. L'offerta vincolante arriverà «in tempi ragionevoli», dice la lettera. Poi la strategia «di lungo termine»: Acs considera Aspi un pilastro chiave per creare «il più grande colosso mondiale nelle concessioni autostradali». Ma ben vengano, dicono gli spagnoli, anche «altri partner finanziari e istituzionali». E ancora le fonti di finanziamento. Ci sono almeno 4,9 miliardi cash derivanti dalla vendita degli asset a Vinci. E le altre risorse per chiudere l'operazione entro l'anno arriverebbero da un prestito ponte già in discussione con le banche. Però, insistono gli spagnoli, l'operazione dovrebbe è subordinata all'approvazione del governo e all'ok al Piano economico e finanziario di Aspi ancora in stan-by al Mit.
Roberta Amoruso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino