«Asm Onoranze non va venduta»

«Asm Onoranze non va venduta»
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AZIENDE PUBBLICHE
ROVIGO «Abbiamo deciso di iniziare un percorso di lotta con la dichiarazione dello stato di agitazione, la convocazione in Prefettura e tutte le iniziative che riusciremo a organizzare, compreso lo sciopero». A disseppellire l'ascia di guerra sono i rappresentanti di Fp Cgil Davide Benazzo, Femca Cisl Enrico Rigolin e Uiltec Uil Carlo Ronzino, pronti a dare vita a una battaglia in difesa dei 12 lavoratori di Asm Onoranze Funebri, «dopo la decisione di mettere in vendita le quote in mano al pubblico, il 90% della proprietà posseduta da Asm, dal Comune: continuiamo a ritenere assurdo e sbagliato che si decida di vendere un'azienda pubblica che fa profitti. Un cambio di rotta incomprensibile che si decida di dare completamente al privato un mercato in cui Asm aveva deciso di investire socialmente e come servizio. Ma soprattutto è inaccettabile che queste scelte inutili e sbagliate si scarichino su 12 lavoratori. Ora è il momento che la politica si assuma le proprie responsabilità: chiediamo un atto politico del consiglio comunale che sospenda il mandato di vendita e che obblighi le parti a sedersi ad un tavolo e trovare soluzioni affinché i lavoratori siano realmente tutelati».

L'ALLARME

Dopo le reiterate richieste d'incontro al sindaco e all'amministratore di Asm, è arrivata una risposta che ha allarmato i sindacati: «Ci ricordano - notano Benazzo, Rigolin e Ronzino - che l'accordo con il sindacato non serve e ci accusano addirittura di strumentalizzare il problema. Se tentare di tutelare il futuro di 12 famiglie per qualcuno vuol dire strumentalizzare, siamo contenti e convinti di farlo. Sappiamo che per i lavoratori nel momento della vendita non cambia nulla, ma i problemi nascono subito dopo, con la possibilità che l'attività venga spostata o smembrata e che i lavoratori, nella giustificazione dei profitti, vengano sacrificati. Alla gran parte del privato non interessa la storia e tanto meno quello che è diventato Asm Onoranze funebri, figuriamoci i 12 lavoratori: quello che interessa è la fetta di mercato posseduta».
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Il Gazzettino