BELLUNO - È un flusso continuo, inarrestabile. Più l'Italia ne fa entrare e più ne arrivano. Di fatto, però, solo pochissimi ottengono lo status di rifugiato politico. ...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Tra mercoledì e giovedì, a Belluno, sono arrivati altri dieci extracomunitari: sette sono di origine Eritrea e tre di provenienza ignota. Tutti sono stati trasferiti al centro di La Secca gestito dal Ceis di don Gigetto De Bortoli.
Gli eritrei, tutti maschi di giovane età, il giorno dopo l'arrivo hanno tentato di scappare per lungo l'autostrada A27, ma sono stati fermati e fatti rientrare. Nelle prossime ore dovrebbero essere trasferiti nella struttura di Forno di Zoldo gestita da Integra, ma è probabile che tentino di nuovo la fuga.
Intanto, complessivamente, sono 168 gli africani presenti nelle varie strutture della provincia, tutte gestite da cooperative.
Ne arriveranno ancora? Molto probabile. La Prefettura, a ieri, non aveva disposizione in merito, ma, si sa che gli arrivi vengono comunicati anche solo poche ore prima.
Da Venezia, il governatore Zaia da mesi chiede di mettere fine a questa procedura che scarica sul territorio un problema enorme, ma, di fatto, nulla è cambiato. Gli immigrati, prevalentemente senza documenti, continuano ad arrivare. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino