Archivio segreto dai pc dismessi, assolto

Archivio segreto dai pc dismessi, assolto
Un tassista con la passione di assemblare computer è finito a processo per ricettazione. A Livio Roncaglia, 53 anni, di Portogruaro, si contestava di aver estrapolato dati -...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Un tassista con la passione di assemblare computer è finito a processo per ricettazione. A Livio Roncaglia, 53 anni, di Portogruaro, si contestava di aver estrapolato dati - anche sensibili - dagli hard disk smaltiti nella discarica dell'Asvo Spa. E di aver costituito un archivio abusivo con ciò che era rimasto nelle memorie di 22 computer dismessi. Insomma, una banca dati con i segreti di svariate aziende, una farmacia, un'associazione di donatori del sangue e perfino un giornalista attivo in provincia di Pordenone. Ieri il processo. L'avvocato Giorgio Pietramala ha deciso di discuterlo con rito abbreviato. Nessun testimone è sfilato in aula, sono stati considerati soltanto gli atti presenti nel fascicolo processuale, che sono bastati al giudice Rodolfo Piccin per assolvere Roncaglia: il fatto non sussiste. Gli hard disk, infatti, non erano rubati. E l'archivio abusivo non è mai stato divulgato, tanto che il materiale sequestrato è stato restituito, compresa la banca dati sulle vite o il lavoro degli altri.

Per Roncaglia è la fine di incubo cominciato nel luglio 2014. In quel periodo fu sottoposto a perquisizione da parte della Polfer, nell'ambito di un altro procedimento. Un polverone che coinvolse altre undici persone, tutte sospettate di violazione della privacy. La Procura archiviò tutte le posizioni, tranne quella del tassista, per il quale ipotizzò la ricettazione. A spiegare al giudice come sono andate le cose è stato lo stesso Roncaglia. Il tassista portogruarese ha la passione di recuperare le cose che finiscono in discarica, soprattutto computer. Li smonta e recupera ciò che si può recuperare. «Non sono un hacker - spiega - Di 10 computer riesco a realizzarne due, ma prima faccio il backup dei dati e li conservavo. Tutto lì. Quei dati non li ho mai toccati. Il fatto è che sono abituato a non buttare via niente, tengo da conto tutto». Oggi ha capito che è stata una leggerezza, ma ripete: «Non ho rubato nulla e non ho divulgato nulla di ciò avevo scaricato».
© riproduzione riservata
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino