Archiviata la strage dell'Erasmus

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MADRID - La causa era stata archiviata una prima volta nel novembre scorso senza che l'autista fosse stato interrogato. Una decisione che aveva provocato reazioni indignate delle famiglie delle vittime, che avevano chiesto e ottenuto una riapertura dell'inchiesta, affidata a un nuovo gip. Nell'incidente di Freginals erano morte le studentesse italiane Elisa Valent, Valentina Gallo, Elena Maestrini, Lucrezia Borghi, Elisa Scarascia Mugnozza, Serena Saracino e Francesca Bonello. Il nuovo magistrato è però giunto alle stesse conclusioni, dopo avere interrogato l'autista Santiago Rodriguez Jimenez, 62 anni.

L'uomo ha dichiarato che aveva riposato sufficientemente durante la breve sosta a Valencia, che non si era addormentato al volante e che era in condizioni idonee alla guida, sostenendo che l'incidente era stato causato dalla pioggia. L'uomo era indagato per tredici presunti omicidi per imprudenza. Il gip ha concluso per l'assenza di indizi che possano portare all'incriminazione penale dell'autista, e rinviato le parti ad una possibile causa civile.
Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha già scritto al suo omologo spagnolo, il ministro Rafael Català Polo, esprimendo «il rammarico delle famiglie delle vittime dell'incidente stradale in cui hanno perso la vita le studentesse Erasmus italiane e auspicando che ci sia ancora la possibilità di chiarire quali siano state le cause e le circostanze dell'incidente». Sulla vinceda è intervenuto conche il ministro degli Esteri Angelino Alfano: «Chiesto al collega spagnolo giustizia per le studentesse Erasmus vittime dell'incidente stradale in Spagna» ha scritto in un tweet a New York per l'Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Duro il commento alla vicenda del direttore dell'Agenzia Nazionale Erasmus-Indire, Flaminio Galli. «Dalla Spagna arriva una sentenza indegna e offensiva che vuole insabbiare una tragedia che ha profondamente colpito l'Italia e tutta l'Europa. Eppure si chiedeva giustizia, non vendetta. Si voleva sapere come sono andate le cose e non c'era accanimento contro nessuno. Invece si alza un muro di gomma contro il sacrosanto diritto di un genitore di sapere come e perché la propria figlia è morta».

E poi aggiunte: «Il sistema giudiziario italiano proprio in questi giorni sta dando una grandissima prova di trasparenza nell'accertare cosa è successo a Firenze ai danni delle due studentesse americane. In Spagna invece si preferisce insabbiare una vicenda sgradita. Ma 13 morti non sono un fanalino rotto», aggiunge il direttore. «Ora più che mai - conclude Galli - tutta la comunità Erasmus si stringe attorno alle famiglie di queste povere ragazze a cui vengono negate verità e giustizia».
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Il Gazzettino