ARCADE Sono stati arrestati in Romania e Slovenia i tre membri della banda dell'abbraccio

ARCADE Sono stati arrestati in Romania e Slovenia i tre membri della banda dell'abbraccio
ARCADESono stati arrestati in Romania e Slovenia i tre membri della banda dell'abbraccio che il 2 agosto gettarono a terra il pensionato Giovanni Coghetto nel corso di una rapina...

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ARCADE
Sono stati arrestati in Romania e Slovenia i tre membri della banda dell'abbraccio che il 2 agosto gettarono a terra il pensionato Giovanni Coghetto nel corso di una rapina e che poche ore dopo scipparono una 70enne di Motta di Livenza. Rapina che al pensionato era costata la vita, poiché la frattura rimediata aveva causato il crollo della sua condizione clinica portandolo alla morte a fine settembre. Monica Stan, 27 anni, Manuela Stan (26) e David Stan (21) sono cugini, Rom romeni, e hanno alle spalle decine di precedenti analoghi. Li hanno catturati giovedì, dopo che nei loro confronti il Gip aveva emesso un mandato di arresto europeo e ora sono in attesa dell'estradizione per rispondere di furto aggravato, rapina, lesioni e omicidio preterintenzionale. Coghetto dopo l'aggressione era finito in ospedale e vi aveva trovato la morte. Morte che per la Procura è una conseguenza dell'azione degli Stan.

IL MODUS OPERANDI
Più di 40 i colpi analoghi che negli ultimi tre anni il gruppo ha messo a segno in mezza Italia. La tecnica era collaudata: a bordo di una Opel Astra setacciavano i paesi, specie attorno a chiese e cimiteri, alla ricerca di anziani inermi. Poi li avvicinavano con una scusa e, nell'abbracciarli, sfilavano loro i gioielli. Proprio come successo ad Arcade. Alle 9 di domenica 2 agosto le telecamere hanno ripreso la Opel che procedeva a passo d'uomo attorno alla chiesa. Uno, cinque, dieci passaggi. Al volante l'uomo, sui sedili posteriori dietro i vetri schermati dai parasole, Manuela e Monica. Rallentavano scorgendo le potenziali prede, fino a individuare quella prescelta in via Madonnetta.
LE INDAGINI
Giovanni Coghetto sta uscendo di casa quando le due donne gli corrono incontro per poi strappargli catenina e bracciale. Lui si oppone, lo spingono, cade e loro fuggono. «Mi hanno strattonato, sono due donne» ha riferito alla passante che lo ha sentito gridare e ha visto la fuga. Grazie alle testimonianze e alle telecamere i carabinieri avviano le indagini. Si risale alla targa e si scopre che quattro giorni prima il trio è stato denunciato a Fidenza. Ne erano state registrate le utenze telefoniche, le stesse che il 2 agosto erano ad Arcade e qualche ora dopo a Motta, dove una 70enne è stata derubata allo stesso modo. Nel frattempo Coghetto è stato portato all'ospedale per una frattura del femore sinistro. A casa non tornerà più. Gli inquirenti scoprono che i tre sono tornati in Romania a fine agosto. Le ricerche però non si fermano e al confine ungherese di Nadlac viene arrestata Monica. David e Manuela invece erano a Pince, in Slovenia. Ora saranno tutti riportati in Italia.
LE REAZIONI
«Finalmente è stata fatta giustizia per Giovanni». È questa la reazione degli abitanti di Arcade alla notizia dell'arresto della banda. La famiglia Coghetto resta chiusa nel proprio dolore. Dopo la morte di Giovanni, erano stati propri i tre figli a chiedere giustizia. Adesso non ci possono essere consolazioni. Ma almeno la rapina che ha poi portato alla morte del pensionato non è rimasta senza responsabili. Il caso è stato risolto in particolare grazie alle telecamere di videosorveglianza installate in tutto il territorio di Arcade. Sono oltre 40. E a breve diventeranno 43. Un record se si pensa che si sta parlando del secondo comune più piccolo della Marca. Una tale attenzione sotto il profilo della sicurezza ha dimostrato di poter dare i propri frutti. «Purtroppo non si può tornare indietro. Ma chi pensa di venire a commettere un reato ad Arcade deve sapere che non può passare inosservato -sottolinea il sindaco Fabio Gazzabin- abbiamo 40 telecamere in otto chilometri quadrati. E continueremo a incrementarle. Non è una militarizzazione. L'unico obiettivo è avere la possibilità di ricostruire ciò che è accaduto nel nostro territorio rispetto a ogni possibile reato. A nome di tutto il paese, ringrazio le forze dell'ordine per il grande lavoro che hanno fatto e che ha permesso di risolvere un caso così complesso».

Serena De Salvador
Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino