Appalti sospetti, guerra tra colonnelli

Appalti sospetti, guerra tra colonnelli
Tra i due non corre buon sangue. Si fronteggiano da anni a suon di...

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Tra i due non corre buon sangue. Si fronteggiano da anni a suon di denunce e ricorsi in via amministrativa. Oggi l'estenuante braccio di ferro tra i due alti ufficiali approda all'atto conclusivo. È in programma davanti al gip Tecla Cesaro l'udienza di opposizione all'archiviazione dell'inchiesta a carico dei vertici del V° Reparto Infrastrutture, ente dell'esercito con sede in vicolo San Benedetto. Sono indagati a vario titolo per abuso d'ufficio, turbativa d'asta e utilizzo di scoperte conosciute per ragioni di servizio il comandante del reparto, colonnello Walter Corvaglia, il capoufficio Bonifica Terreni Minati tenente colonnello Alfio Donato Galiano e il capoufficio Programmazione e Lavori del Comando Infrastrutture Nord di Prato della Valle colonnello Luca Bombonato, tutti assistiti dall'avvocato Francesco Cibotto. A denunciarli è stata una società padovana specializzata in attività di bonifica ambientale e bellica, la Gap Service Srl, con sede in viale dell'Industria, il cui legale rappresentante è l'ingegner Federico Tapparello, figlio del colonnello Giuseppe Tapparello, per molti anni al timone del V° Reparto Infrastrutture. La Gap, difesa dal legale Filippo Paccagnella, lamenta un'estenuante azione persecutoria da parte dell'ente con l'obiettivo di escluderla dagli appalti milionari per le bonifiche belliche in diverse località del Nord Italia, compresa l'area del nuovo ospedale di Asiago. Corvaglia e i suoi più stretti collaboratori avrebbero in sostanza utilizzato una serie di escamotage di natura burocratica per evitare di far partecipare Gap Service alle gare. La società dei Tapparello sarebbe stata vittima di una serie di dispetti: richiesta di documentazione per allungare a dismisura i procedimenti amministrativi, mancata trasmissione di atti, ritardo nell'emanazione di disposizione tecniche, addirittura l'imputazione di fatti non corrispondenti al vero, nell'intento di ledere l'immagine aziendale di fronte ai possibili concorrenti. Accuse pesanti su cui gli investigatori delle Fiamme gialle, coordinati dal sostituto procuratore Sergio Dini, hanno compiuto una serie di accertamenti. I finanzieri si sono però scontrati con il diniego del gip che non ha ritenuto di concedere il via libera alle intercettazioni telefoniche nei confronti dei tre indagati, ravvisando profili di reato soltanto per l'abuso d'ufficio e non anche per la turbativa d'asta. L'inchiesta non è quindi approdata a risultati concreti. Ecco perchè il pm ne ha chiesto l'archiviazione sostenendo che «la documentazione amministrativa acquisita non presenta aspetti di palese irregolarità, valorizzabili in chiave accusatoria, e che allo stato attuale non paiono praticabili altri strumenti investigativi». Ma Gap Service non si arrende: si è opposta all'archiviazione e oggi solleciterà il giudice ad ordinare nuove indagini, con l'acquisizione di ulteriori contributi testimoniali.

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Il Gazzettino