APPALTI E MAZZETTE ROVIGO La Tangentopoli delle Terme è arrivata all'atto

APPALTI E MAZZETTE ROVIGO La Tangentopoli delle Terme è arrivata all'atto
APPALTI E MAZZETTEROVIGO La Tangentopoli delle Terme è arrivata all'atto conclusivo. Ieri i giudici del Tribunale collegiale hanno condannato quattro imputati, mentre un quinto...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
APPALTI E MAZZETTE
ROVIGO La Tangentopoli delle Terme è arrivata all'atto conclusivo. Ieri i giudici del Tribunale collegiale hanno condannato quattro imputati, mentre un quinto è stato assolto per non avere commesso il fatto e per avvenuta prescrizione. I cinque, finiti anche loro nella rete della Guardia di Finanza insieme all'ex sindaco di Abano Luca Claudio, non avevano scelto riti alternativi preferendo affrontare il processo.

Il pubblico ministero Federica Baccaglini, titolare delle indagini, lo scorso primo luglio aveva chiesto in totale 11 anni di reclusione. Ed è stata accontentata, perchè in quattro hanno rimediato 10 anni e 10 mesi. Le parti civili, quindi i comuni di Abano e Montegrotto rispettivamente difesi dall'avvocato Carlo Brena e dallo studio legale Massimiliano De Benetti, avevano chiesto rispettivamente come danno di immagine 800 mila e 500 mila euro.
GLI IMPRENDITORI
Le pene più severe sono state inflitte a Luciano Guerrato, 84 anni, e a Saverio Guerrato, di 56, padre e figlio, titolari della Guerrato spa di Rovigo. Entrambi sono stati condannati a quattro anni ciascuno di reclusione, più al pagamento di 80 mila euro a titolo di provvisionale subito esecutiva. Infine sono stati interdetti dai pubblici uffici per cinque anni e non potranno contrattare con alcuna pubblica amministrazione per un anno e mezzo. I Guerrato nel settembre 2010 avevano vinto l'appalto per il servizio di riqualificazione energetica e adeguamento normativo degli edifici comunali e impianti di illuminazione pubblica di Montegrotto. Un appalto da oltre 15 milioni. La società Guerrato ha sborsato, in più riprese, una tangente da 120 mila euro, pari al 15 per cento dei lavori appaltati. Lavori in realtà mai eseguiti, giustificati poi con l'emissione di fatture emesse dalla società Rls Srl, nonchè con la somma di 8 mila euro come pagamento, anche in questo caso di opere mai eseguite, dalla FT Impianti. Il legale dei due imprenditori polesani, Fabio Pinelli, in una nota ha fatto sapere che la sentenza non dà conto di quanto emerso nel processo, e in particolare della assoluta regolarità della gara, bandita dal Comune di Montegrotto e avente ad oggetto il servizio di riqualificazione energetica, adeguamento normativo degli edifici comunali e impianti di illuminazione pubblica, che è risultata provata con certezza.... L'avvocato ha annunciato che ricorrerà in Appello.
LE ALTRE CONDANNE
A due anni invece è stato punito il 48enne Ermanno Pegoraro, ex consigliere comunale a Montegrotto. Dieci mesi con la sospensione della pena al bergamasco Giuseppe Biava di 52 anni, titolare di Aesys Spa con sede a Seriate. Era già uscito dal processo il padre Marcello Biava, che si è spento il 13 agosto dell'anno scorso a 80 anni. È stato assolto per non avere commesso il fatto e per avvenuta prescrizione Patrizio Greggio, 69 anni, ex dirigente dell'ufficio Tecnico di Abano. In quattro dovranno pagare le spese processuali, mentre i Guerrato dovranno affrontare anche un processo civile per risarcire i comuni di Abano e di Montegrotto.
LE INDAGINI

Tutti erano stati accusati a vario titolo di induzione indebita a dare o promettere utilità, turbativa d'asta e corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio. Insomma, di avere dato vita, gli industriali per lavorare e i politici per arricchirsi, del famoso sistema del 15 per cento a mazzetta. A spiegare l'iter illegale messo in piedi dall'ex sindaco Luca Claudio e dal suo braccio destro Massimo Bordin è stato in aula Fabio Foresti, l'allora dipendente della Aesys, azienda leader mondiale nelle tecnologie di visualizzazione display e pannelli informativi. Figura chiave dell'intera indagine è stato l'imprenditore florovivaista di Montegrotto Paolo Tomasini, deceduto ad aprile a soli 42 anni, che grazie alle sue rivelazioni ha contribuito in maniera determinante a scoperchiare il sistema della Tangentopoli delle Terme.
Marco Aldighieri
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino