Anziani con lo stress da fine mese

Anziani con lo stress da fine mese
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Si fa presto a dire pensione: in Veneto il 60% dei pensionati prende meno di 750 euro mensili. E il 23% può essere considerato sulla soglia della povertà. Dati allarmanti, tanto che a Belluno l'Usl, su indicazione della conferenza dei sindaci, ha aperto uno sportello di psicologi a supporto degli anziani in situazione di disagio. Dati su cui i sindacati chiedono l'attenzione e l'impegno del Governo. Per recuperare il potere d'acquisto delle pensioni, per avere equità nelle accompagnatorie e per considerare con particolare cura le non autosufficienze. Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp di Belluno Treviso hanno incontrato ieri mattina alcuni parlamentari delle due province, per un confronto e uno scambio di proposte sulle emergenze. In Veneto, nel 2014 (dati Inps di giugno), vengono erogate 1.450.457 pensioni. La media mensile per le pensioni da lavoro dipendente è di 1.207 euro. Ma ben 878.640 pensionati percepiscono meno di 750 euro mensili, e 338.922 meno di 500 euro al mese. «Sono dati che devono far riflettere e orientare le decisioni governative e parlamentari ad una maggiore sensibilità verso la categoria dei pensionati - afferma Renato Bressan, Spi Cgil Belluno - Le rendite pensionistiche nel tempo hanno perso capacità d'acquisto e registriamo situazioni davvero drammatiche. Nella nuova legge di stabilità e nelle riforme governative è arrivato il momento di pensare seriamente alla categoria dei pensionati. La situazione è talmente difficile che a Belluno è stata istituita un'equipe di psicologi a supporto degli anziani in situazioni di disagio o povertà». «È fondamentale ristabilire un'equità fiscale e una redistribuzione del reddito, anche pensionistico - aggiunge Francesco Rorato, Fnp Cisl Belluno Treviso -. Penso ad esempio ai 15 miliardi di euro per le pensioni accompagnatorie dove, eliminando quelle erogate a chi ha più di 60mila euro di reddito annuo, si potrebbe ridistribuire circa 4 miliardi di euro alle fasce più deboli».

Le richieste dei sindacati sono semplici: recupero del potere d'acquisto delle rendite pensionistiche; maggiore attenzione alla non autosufficienza, incrementando il fondo nazionale, visto che le rette delle case di riposo (1.500 euro circa) non sono supportabili con i dati medi delle pensioni; applicazione della nuova Isee per le prestazioni mediche e socio-sanitarie. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino