Anziani maltrattati, operatrici mute

Anziani maltrattati, operatrici mute
ANZIANI MALTRATTATIROVIGO Nessuno degli indagati vuole parlare. Il primo turno di interrogatori di ieri mattina si è concluso con il silenzio da parte dei cinque indagati...

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ANZIANI MALTRATTATI
ROVIGO Nessuno degli indagati vuole parlare. Il primo turno di interrogatori di ieri mattina si è concluso con il silenzio da parte dei cinque indagati comparsi davanti al giudice per le indagini preliminari Pietro Mondaini, che si sono avvalsi della facoltà di non rispondere alle domande sui fatti avvenuti all'Iras. Ai nove indagati (sette operatori sociosanitari donna, un inserviente uomo e una collega donna) è contestato il reato di concorso in maltrattamento aggravato, notificato il 14 agosto dalla Squadra Mobile della Questura, per il quale è stato imposto un allontanamento temporaneo dalla professione e dalle strutture socio-assistenziali. La prima indagata è arrivata alle 9, accompagnata dal suo avvocato: è entrata nello studio del Gip, rimanendovi per una decina di minuti. Il copione si è ripetuto con le stesse modalità per i successivi quattro colleghi inquisiti: bocca cucita, nemmeno una parola sui fatti loro contestati (schiaffi, percosse, violenze verbali, minacce).

ATTESA IN CORRIDOIO
Alcuni di loro, sempre seguiti dal proprio legale, hanno atteso il proprio turno sulle panchine antistanti lo studio di Mondaini. Tutti rigorosamente con gli occhiali da sole. Qualcuno di loro, accompagnato dal marito o dalla sorella, non ha trattenuto le lacrime, altri, con lo sguardo rivolto verso l'alto, hanno affrontato l'interrogatorio in maniera indomita, criticando con il proprio legale la presenza dei giornalisti nei corridoi del tribunale.
NOVE INDAGATI
Su cinque indagati, tutti operatori sociosanitari, ben due di quelli che ieri mattina sono stati ascoltati dal Gip avrebbero presentato istanza di revoca del provvedimento cautelare di allontanamento dall'attività professionale, mentre i restanti tre hanno confermato quanto è stato addebitato nell'ordinanza della scorsa settimana.
NUOVI INTERROGATORI
Al di là di quello che accadrà durante gli interrogatori di questa mattina (il primo è convocato per le 9 al secondo piano del tribunale di via Verdi), il giudice Mondaini ora avrà a disposizione al massimo cinque giorni per emettere il dispositivo in cui conferma, modifica o, eventualità decisamente remota, revoca quanto già previsto dalla collega che ha redatto l'ordinanza, il giudice Laura Contini. Gli indagati sono tutti residenti in Polesine, otto nati in provincia di Rovigo e una originaria del Marocco. I sette dipendenti dell'Iras, tre a tempo determinato e quattro di ruolo, sono: S.E.M., 47 anni, residente ad Adria; F.P., 51 anni, residente a Villadose; F.M., 45 anni, di Rovigo; M.G.S., 52 anni, residente a Rovigo; L.C., 53 anni residente a Rovigo; G.B., 42 anni, residente a Rovigo; M.S., 53 anni, residente a Rovigo. L'uomo, invece, P.C., 50 anni, residente a Rovigo, è un addetto alle pulizie dipendente della ditta Euro & Promos Facility Management di Udine. La collega è M.M. di 56 anni, residente a Rovigo, incaricata del solo rifacimento dei letti, dipendente dell'Ulss 5 Polesana distaccata a questo servizio all'Iras. Sono difesi dagli avvocati Francesca Ledda, Andrea Braccioli, Barbara Destro, Riccardo Giandiletti, Elena Perini, Gloria Zanchetto, Cristina Zangirolami, Valentina Verde e Gianluca Masiero.
LE INDAGINI

I comportamenti contestati sono stati ripresi per due mesi dalle telecamere nascoste, posizionate durante un blitz nella struttura di San Bortolo durante un falso allarme di fuga di gas, in modo tale che il personale fosse evacuato e gli investigatori potessero agire indisturbati. Le immagini mostrano come durante i cambi dei pannoloni degli anziani ospiti del Nucleo Arancio usassero modi brutali, muovendo in maniera violenta il corpo delle vittime degli abusi, che non potevano reagire se non urlando visto lo stato di non-autosufficienza in cui versano.
Alberto Lucchin
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Il Gazzettino