TREVISO - Niente palla barrata, ma borse di ducati di multa: così la Serenissima puniva schiamazzi, parolacce e giochi di strada nel secolo dei Lumi. Che la vivacità, la...
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È un bando datato 4 luglio 1782 in cui si sanzionano il gioco della palla, del pallone e della borella (tipico gioco veneto di birilli). I nostri antenati rischiavano il salasso in ducati, oltre alle percosse, perché al tempo i tutori dell'ordine non andavano tanto per il sottile: non esistevano assistenti sociali o task force di riabilitazione psicologica.
Per fortuna lo spazio per il pallone e la palla a mano non era distante e si trovava in Borgo Cavalli, che prese questo nome perché nel XIX secolo si svolgeva il mercato degli equini. Nel secolo prima, però, qui si tenevano partitone epiche. Tanto che la strada venne chiamata contrada del gioco del pallone.
Certo, anche per gli adolescenti trevigiani del secolo dei lumi la vita era dura tra divieti e ordinanze. E non potevano neppure rifugiarsi nei paradisi artificiali: l'assenzio sarebbe arrivato in Europa, dall'Algeria, solo dopo la metà dell'Ottocento. Era già nato tuttavia Giacomo Casanova e il libertinismo arte abbondantemente praticata: se la Marca non poteva essere giocosa, continuò ad essere, anche per questo, amorosa.
E.F.
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Il Gazzettino