Anno accademico, la cerimonia slitta al 16 marzo con il ministro

Anno accademico, la cerimonia slitta al 16 marzo con il ministro
IL CASOUDINE Slitta al 16 marzo l'inaugurazione dell'anno accademico dell'ateneo friulano, con la presenza del ministro all'Istruzione Gaetano Manfredi. Non si farà, quindi,...

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IL CASO
UDINE Slitta al 16 marzo l'inaugurazione dell'anno accademico dell'ateneo friulano, con la presenza del ministro all'Istruzione Gaetano Manfredi. Non si farà, quindi, lunedì prossimo. Dopo riunioni, telefonate, consulti, con tutte le ipotesi sul tavolo, in serata ieri è arrivata la decisione ufficiale. Cerimonia «rinviata al 16 marzo con il ministro», alle 14.30, ha confermato il rettore dell'Università di Udine Roberto Pinton. Una scelta assunta, ha spiegato, «soprattutto per questioni organizzative, per poter fare una cerimonia condivisa con tutta la comunità accademica e il territorio». Quindi, è stata diramata anche una nota ufficiale in cui si spiega che la decisione è stata presa «dovendo dare la priorità alla ripresa delle attività accademiche e tenuto conto degli impegni istituzionali di alcune delle autorità coinvolte». La prolusione sarà affidata a Michele Morgante.

Del tema si era discusso anche in Senato accademico martedì, quando, fra le varie ipotesi al vaglio, era stata ventilata anche quella di mantenere la cerimonia il 2 marzo, con il ministro, ma a porte chiuse, in streaming: non quindi nell'aula magna di piazzale Kolbe ma a palazzo Antonini-Maseri in via Gemona, con le autorità (oltre al sindaco Fontanini era prevista inizialmente anche la presenza del governatore Fedriga, fra gli altri) e le principali cariche dell'ateneo ma senza il pubblico delle grandi occasioni. Ipotesi che ieri mattina girava ancora con insistenza, con addirittura già l'abbozzo di misure da adottare in caso di scenari più foschi: sarebbe stata la prima inaugurazione per pochi nella storia dell'ateneo. Anche al ministero nel primo pomeriggio lo staff di Manfredi dava l'appuntamento del 2 marzo «in agenda, ma è ancora un po' presto per decidere». Poi, però, dopo la discussione, è prevalsa la seconda opzione: il rinvio. Ieri il rettore ha anche pubblicato un messaggio agli studenti per ricordare loro quali attività proseguano regolarmente e quali siano sospese (come le sessioni di laurea) fino al 1. marzo, in linea con le indicazioni delle autorità, assicurando «il massimo impegno da parte dell'Ateneo per superare questa fase di emergenza». «Nel caso in cui le limitazioni dovessero essere prorogate, l'Ateneo attiverà le iniziative finalizzate a tutelare gli interessi degli studenti, consentendo loro di proseguire o concludere regolarmente la carriera. Se necessario, si provvederà a posticipare le sessioni di laurea e laurea magistrale e gli appelli d'esame».
MEDICINA

Per ora non sembra destinato ad un esito positivo, invece, l'appello dei laureati di Medicina (una cinquantina all'ateneo di Udine, altrettanti a Trieste) che chiedevano di poter sostenere il test di abilitazione, anche in via telematica, ora rinviato a data da destinarsi causa coronavirus o di superare comunque l'impasse per darsi da fare anche per l'emergenza. A raccogliere il pressing dei ragazzi è stata subito anche la deputata Pd Debora Serracchiani, che con Flavia Piccoli Nardelli e Elena Carnevali, ha fatto un'interrogazione a Manfredi. «In Italia c'è un grandissimo bisogno di medici e in particolare ora di fronte all'emergenza coronavirus sottolinea Serracchiani non possiamo permetterci di ritardare l'ingresso nella professione a migliaia di laureati in medicina». Ma lo staff di Manfredi non ha lasciato troppe illusioni, ricordando che la prova va fatta in un'unica data in tutta Italia. Pertanto, ha chiarito che la seconda sessione dell'esame di abilitazione «è stata rinviata alla prima data utile dopo il ripristino della piena funzionalità degli atenei che si trovano nelle regioni Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Liguria, Piemonte e Friuli Venezia Giulia colpiti dalle misure di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19 per consentire, come da regolamento, a tutti i candidati di effettuare le prove nello stesso giorni in tutti i luoghi deputati».
Camilla De Mori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino