Anche il faro dell'Antitrust mette nel mirino Whatsapp, l'applicazione per cellulari di messaggi e chiamate acquistata nel 2014 da Facebook. E questo dopo che il mese scorso,...
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Di più. Secondo l'ipotesi su cui sta lavorando l'autorità presieduta da Giovanni Pitruzzella, l'effetto di condizionamento sarebbe stato addirittura «rafforzato dalla prespuntatura apposta sull'opzione Facebook in una schermata di secondo livello alla quale l'utente accedeva, dal messaggio principale, tramite apposito link». Il secondo procedimento istruttorio è, invece, diretto ad accertare «la vessatorietà di alcune clausole inserite nei termini di utilizzo di Whatsapp riguardanti, in particolare, la facoltà di modifiche unilaterali del contratto da parte della società, il diritto di recesso stabilito unicamente per il professionista, le esclusioni e le limitazioni di responsabilità a suo favore, le interruzioni ingiustificate del servizio», oltre che «la scelta del Foro competente sulle controversie che, a oggi, è stabilito esclusivamente presso Tribunali americani». Con il comunicato, l'antitrust ha così avviato la consultazione sulla questione. A questo punto la parola passa a Whatsapp e Facebook, che hanno 30 giorni di tempo per inviare i propri contributi. Ieri, intanto, un portavoce della società di messaggistica ha dichiarato all'Ansa: «Siamo fiduciosi di rispettare le leggi vigenti e attendiamo di poter rispondere presto alle domande delle autorità».
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Il Gazzettino