Amo la pista Druscié A sin da quando ero bambino. Adesso la ammiro, perché

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Amo la pista Druscié A sin da quando ero bambino. Adesso la ammiro, perché è davvero bella. Da piccolo era l'ultima che facevo, alla chiusura degli impianti, perché è proprio...

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Amo la pista Druscié A sin da quando ero bambino. Adesso la ammiro, perché è davvero bella. Da piccolo era l'ultima che facevo, alla chiusura degli impianti, perché è proprio sopra casa mia e così riuscivo ad arrivare con gli sci ai piedi sino sull'uscio. Ora ho modo di apprezzarla diversamente. Innanzi tutto è spettacolare, perché dal traguardo ce l'hai tutta lì davanti, dalla partenza sino all'arrivo, senza perderne un metro. Per la tecnica, è altrettanto bella.

Ho parlato con diversi atleti, che sono venuti a vederla, prima delle gare, ad allenarsi: l'hanno trovata ripida, difficile, mossa, con diversi cambi di pendenza, che però non sono così accentuati, ma dolci. In quei punti devi cambiare atteggiamento, quando scendi in gara, perché la condotta della discesa non è regolare, monotona, sempre uguale. Devi stare a tempo, sin dall'inizio. Lo sai a priori, come atleta, che devi essere in anticipo, quando cambia la pendenza, e non arrivare arretrato. Inoltre qui non puoi mollare troppo, lasciarti andare, perché altrimenti rischi di uscire. La difficoltà è data dal ripido, per cui deve essere sempre centrale sugli sci. Tutto il Col Druscié è valorizzato da questi Mondiali: con le due piste, con la nuova cabinovia, che ha sostituito il primo tronco della funivia Freccia nel Cielo e la vecchia seggiovia di Colfiere, con la nuova strada, che non incrocia più le piste. Anche per la Druscié A, da usare per lo slalom, così come per la Labirinti del gigante, Cortina ha saputo dare vita nuova a piste storiche, degli anni Trenta, ed adeguarle alle esigenze di oggi. È giusto così.
C'è una crescente attenzione per il rispetto della natura, per la sostenibilità ambientale dei grandi eventi sportivi: è l'ottica giusta, per guardare al futuro. Dobbiamo essere tutti molto attenti a questa tematica di grande attualità. È necessario fare qualcosa: siamo noi che viviamo su questa Terra e dobbiamo rispettarla.
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Il Gazzettino